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Attrattivi e militanti!

Fonte:
CulturaCattolica.it

Si è inaugurata una nuova fase nel cammino di molti cristiani: mentre tempo fa si riteneva di non potere fare seria teologia se non a prescindere dalle affermazioni del Magistero, ora si assiste a una corsa sfrenata per poter dire che quello che noi pensiamo è la conferma di quanto il Magistero (ma, intendiamoci bene, quello di Papa Francesco, soprattutto quello filtrato dai nuovi esegeti, Scalfari in testa) va dicendo.
Per cui si assiste a un duello (sembra di vedere un film di Buñuel) a base di citazioni che tirano il Papa Francesco per la giacchetta delle nostre opinioni. Ma è il destino delle nostre citazioni: ad una se ne può contrapporre un’altra, e così non si smette di sentirsi a posto e di pensare che la ragione sia dalla nostra parte e che l’altro sia sempre nel torto. Mentre quello che importa è comprendere l’unità del pensiero, che, cattolicamente, non è mai un «aut-aut» bensì un «et-et».
Così si prende il Papa per farlo paladino di «più attrattiva e meno militanza»: «”Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. Questo non è possibile. Io non ho parlato molto di queste cose, e questo mi è stato rimproverato. Ma quando se ne parla, bisogna parlarne in un contesto. Il parere della Chiesa, del resto, lo si conosce, e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in continuazione. Gli insegnamenti, tanto dogmatici quanto morali, non sono tutti equivalenti. Una pastorale missionaria non è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine da imporre con insistenza. L’annuncio di tipo missionario si concentra sull’essenziale, sul necessario, che è anche ciò che appassiona e attira di più, ciò che fa ardere il cuore, come ai discepoli di Emmaus” (A. Spadaro, La Chiesa, l’uomo e le sue ferite: l’intervista a papa Francesco, Avvenire, 19 settembre 2013). In definitiva - verrebbe da dire - più attrattiva e meno militanza.»
E che dire allora di questa altra citazione? «Gli insegnamenti della Chiesa sulle situazioni contingenti sono soggetti a maggiori o nuovi sviluppi e possono essere oggetto di discussione, però non possiamo evitare di essere concreti – senza pretendere di entrare in dettagli – perché i grandi principi sociali non rimangano mere indicazioni generali che non interpellano nessuno. Bisogna ricavarne le conseguenze pratiche perché «possano con efficacia incidere anche nelle complesse situazioni odierne». I Pastori, accogliendo gli apporti delle diverse scienze, hanno il diritto di emettere opinioni su tutto ciò che riguarda la vita delle persone, dal momento che il compito dell’evangelizzazione implica ed esige una promozione integrale di ogni essere umano. Non si può più affermare che la religione deve limitarsi all’ambito privato e che esiste solo per preparare le anime per il cielo. Sappiamo che Dio desidera la felicità dei suoi figli anche su questa terra, benché siano chiamati alla pienezza eterna, perché Egli ha creato tutte le cose «perché possiamo goderne» (1 Tm 6,17), perché tutti possano goderne. Ne deriva che la conversione cristiana esige di riconsiderare “specialmente tutto ciò che concerne l’ordine sociale ed il conseguimento del bene comune”».
No, non ci sto a questa divisione tra buoni e cattivi, tra «attraenti» e «militanti»! La sfida del Papa è sulla missione e sulla responsabilità personale, sulla fedeltà indiscussa alla Chiesa e al suo perenne Magistero e all’andare nelle «periferie esistenziali», all’unità e alla rinuncia alla chiacchiera e alla mondanità spirituale.
Questo cammino voglio continuare a farlo, e mi auguro di avere compagni di strada, cattolici e laici, che abbiano a cuore il bene dell’uomo, in un’epoca come questa in cui sembra che il potere della menzogna non abbia confini.
E mi piacerebbe sentire voci che non belano più dietro alle ideologiche affermazioni di Scalfari e compagnia che - lui sì - non solo mente riguardo a quanto il Papa gli avrebbe detto, ma ritiene di avere avuto ragione in questa squallida e orribile operazione. Per chiarezza, ecco le sue parole: “Sono dispostissimo a pensare che alcune delle cose scritte da me e a lui attribuite, il Papa non le condivida, ma credo anche che ritenga che, dette da un non-credente, siano importanti per lui e per l’azione che svolge”.


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