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Alla faccia di Scalfari: San Francesco di Assisi e la sua spiritualità

Fonte:
CulturaCattolica.it
Altro che i «consigli» dell'ex Direttore di Repubblica a Papa Francesco. Qui si vede il vero volto di San Francesco. Al di là di stereotipi e mistificazioni

Continua a fare scalpore il nuovo Papa che un anno fa si è presentato al mondo col nome di Francesco. Molti si sono lanciati in proclami di entusiasmo e di sorpresa, e in effetti lo stesso Papa Francesco dopo pochi giorni dalla sua elezione in una riunione convocata per tutti i giornalisti del mondo, nell’aula Paolo VI, ha comunicato la sua chiara determinazione nel voler imitare il Santo di Assisi, nostro fondatore e personaggio che ha ispirato la riforma della Chiesa cattolica nel XIII secolo. Su questo Santo sono stati scritti fiumi di parole, è il santo che certamente ha dato luogo a una multiforme valutazione della sua opera e delle sue esortazioni e dei suoi scritti. Si va da chi lo presenta come un gigante della fede, a chi lo considera un cocktail micidiale di buonismo, pauperismo, pacifismo, ecologismo. Basta guardare alla famosa Marcia di Assisi diventata una manifestazione dove le bandiere arcobaleno hanno sostituito la croce di Cristo. La figura di Francesco di Assisi è la più strattonata da tutte le parti ideologiche, anche dentro certi ambienti culturali cattolici, dal pauperismo all’ecumenismo, al dialogo con l’Islam; viene evocata la persona del Santo ma non vengono mai illustrate le sue affermazioni e la sua spiritualità, come emergono dai suoi scritti, dalla sua Regola e dalle Fonti Francescane scritte dai suoi primi collaboratori. Un invito che mi permetto di rivolgere a tutte le persone che abbiano a cuore la vera conoscenza del nostro santo fondatore, per capire quale sarà la strategia pastorale di papa Francesco.
Allora come si fa a conoscere San Francesco e la sua spiritualità? È indispensabile leggere le sue opere e quello che su di lui hanno testimoniato i suoi primi collaboratori, ovvero le Fonti Francescane. Non è difficile. Si trova tutto nelle librerie, non occorre altro che armarsi di buona volontà e di santa perseveranza, perché, al contrario, si rischia di accontentarsi di quello che passa il sistema dei media (televisioni e stampa) che hanno interessi molto diversi dalla ricerca della verità storica.
Francesco di Assisi è stato sì un rivoluzionario, ma la sua rivoluzione è consistita nella imitazione assoluta di Cristo. Francesco dai suoi contemporanei è stato definito “Alter Christus”, proprio perché nella sua vicenda umana ha assimilato la vita di Cristo fino a ricevere il dono delle stimmate presso l’eremo di La Verna dove si era ritirato negli ultimi anni della sua vita. La pace da lui predicata, non è il pacifismo delle bandiere arcobaleno, è la pace spirituale assicurata dalla conversione della creatura al Creatore, è la pace che l’uomo trova in Dio. Nel concreto, non risulta che Francesco abbia mai condannato il servizio militare. Anche lui era stato cavaliere armato nelle sue battaglie contro la città di Perugia. Ben sapeva che combattere una guerra giusta non è contrario allo spirito caritatevole e pacifico del Cristianesimo. Francesco amava presentarsi come “soldato di Cristo” o “araldo del gran Re”. La Regola francescana condanna le guerre ingiuste, nella scia della tradizione della Chiesa. San Francesco non può essere equiparato all’opportunistico “arrendiamoci” degli odierni esaltati pacifisti che organizzano marce a senso unico. Da questi movimenti non è mai stata promossa una marcia per la vita, una marcia contro le dittature comuniste (oggi Cina, Corea del Nord, Cuba), una marcia contro lo sterminio dei cristiani in Nigeria, in Iraq, in Siria, in Indonesia, in Egitto.
Quindi Francesco non è stato pacifista, come oggi si intende sui media, ma uomo di pace, andava a testimoniare la pace che viene dal di dentro, dal cuore, una volta che si fosse accettato di seguire l’insegnamento di Gesù. La sua strategia è sempre stata quella missionaria, ancora oggi possiamo vedere quanto e come siano presenti i suoi frati in ogni angolo del pianeta, e quanti siano stati i martiri francescani uccisi in odio a Gesù Cristo, soprattutto nelle terre dominate dall’Islam. La sua ansia missionaria lo ha portato anche a seguire i crociati durante la quinta crociata nel 1219, con l’intento di assistere spiritualmente i soldati cattolici nei pericoli fisici e spirituali cui andavano incontro, e soprattutto far conoscere Gesù ai musulmani. Tutta la sua vita è segnata dall’ansia non di “dialogare” accademicamente con i musulmani, ma di “convertirli” a Gesù Cristo. La vocazione del missionario e quella del crociato erano legate, grazie alla comune prospettiva della cristiana testimonianza col pellegrinaggio e la disposizione al martirio. Giacomo da Vitry, vescovo di Acri, testimone dei fatti durante la visita di Francesco al sultano Malek al-Kamel, ha scritto che Francesco di fronte al sultano d’Egitto ha avuto un atteggiamento di perfezione apostolica. La sua predica riassume e riunisce “i tre elementi chiave necessari per il trionfo del Cristianesimo”. Il primo, “il rinnovamento morale e spirituale attraverso una vita di ascesi, di semplicità e di umiltà”; poi “la predicazione, la propagazione efficace della parola che infiamma le folle e le porta alla conversione”; e infine “il confronto con i saraceni, mirante a soccorrere la Chiesa orientale desolata e devastata, che cerca la sua liberazione”. Infatti, Francesco quando divise il mondo in Province da evangelizzare, dichiarò “Perla delle missioni” la Provincia Orientale sottoposta alla dominazione islamica, con grande sofferenza delle popolazioni cristiane. Proprio come oggi!
Ritornando al nostro papa Francesco, immaginiamo quale sarà il suo ruolo in questo frangente storico, dove le istituzioni europee hanno decretato per legge la scristianizzazione dell’Europa, e dove il fondamentalismo islamico sta progressivamente costringendo i cristiani orientali a fuggire dalle loro terre per potersi salvare dalla violenza. Padre Ibrahim Faltas, palestinese e francescano della Custodia di Terra Santa, ha affermato: “Papa Francesco aprirà una nuova pagina, una nuova era per la Chiesa. Oggi l’uomo ha bisogno di un altro Francesco, e lo Spirito Santo ha realizzato questo sogno donando alla Chiesa il nuovo Papa”.

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