«Non horruisti virginis uterum»
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Ogni giorno una sorpresa! È la caratteristica di chi vive la fede, per il dono che ci è stato fatto. E ciò che in qualche modo sconvolge è che tutto accade solo dentro quel luogo che da 2000 anni ci ricorda che un Dio si è fatto uomo. «Non horruisti virginis uterum: Non ti ha fatto schifo il ventre di una donna». La carnalità di Dio, che il mondo insegue perdendo ogni istante di più la stessa concretezza, rifugiandosi in uno spettacolo di disgustosa bestialità, di vile commercio (della carne e delle immagini), rivive come fonte zampillante, e rende un vecchio papa (seppure emerito) testimone di vita, accoglienza, libertà, capacità di incontro senza dovere per questo rinnegare nulla.
Che sorpresa oggi leggere le poche righe della lettera di Papa Benedetto a Piergiorgio Odifreddi! Sorpresa doppia, perché già tempo fa avevo iniziato col «matematico impertinente» un carteggio interessante e rispettoso, ancorché forse senza quei risultati sperati in chi intraprende un dialogo serio con i propri fratelli uomini.
Ma questa sorpresa non può arrestarsi all’ emozione di un momento. Deve diventare un lavoro, deve indicare un metodo da seguire, deve aprire spazi di confronto e luoghi da abitare.
Oggi si dice spesso che la Rete va «abitata». Forse sarà meglio dire che i rapporti vanno intessuti con ogni mezzo, e che la distinzione tra reale e virtuale sta solo in chi non accetta la sfida dell’incontro. Papa Benedetto ci mostra che cosa significa dialogare nella certezza che questo genera occasioni di speranza per tutti.
In questi tempi abbiamo visto Papa Francesco e Papa Benedetto prendere iniziative straordinarie. Ci stanno insegnando a vivere. Che la lezione abbiamo noi per primi ad impararla, anche se ci sembra che tanta sia la strada da percorrere. Sì, perché quando vediamo la libertà di questi grandi uomini nell’andare incontro agli interlocutori, ci aspetteremmo una uguale apertura di credito, e constatare che gli schemi permangono invece inalterati è fonte di dolore e sconcerto (penso ai commenti di Scalfari, al titolo stupido e scorretto su Repubblica «La verità non è assoluta», alle trite e ritrite litanie sulla storia della Chiesa…, ma penso anche che la lettera di Benedetto non dovrebbe aspettare l’uscita del nuovo libro di Odifreddi per essere letta integralmente. Suvvia, non si può solo pensare al business!).
Giovanni XXIII parlava della Chiesa come «Mater et magistra» e sappiamo come Paolo VI guardava ai contemporanei con commossa partecipazione. Oggi Francesco e Benedetto ci stanno mostrando che la fede nel Signore risorto è sorgente di novità e bellezza, di «humanitas» eternamente «giovane e antica». Noi ci sentiamo sempre più al servizio di questo miracolo nel presente, certi che il «Cortile dei gentili» è uno spazio che si può abitare se si ha la fede e il cuore di questi maestri che il Signore ci ha dato. Altrimenti sarà vanità e spreco di tempo.