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Walter Joshua Fretz – 19 settimane e 3 giorni

Fonte:
CulturaCattolica.it
«Da dove sono venuto? Dove mi hai trovato?
Domandò il bambino a sua madre.
Ed ella pianse e rise allo stesso tempo e stringendolo al petto gli rispose:
tu eri nascosto nel mio cuore bambino mio,
tu eri il Suo desiderio.
Tu eri nelle bambole della mia infanzia,
in tutte le mie speranze,
in tutti i miei amori, nella mia vita,
nella vita di mia madre,
tu hai vissuto.
Lo Spirito immortale che presiede nella nostra casa
ti ha cullato nel Suo seno in ogni tempo,
e mentre contemplo il tuo viso, l’onda del mistero mi sommerge
perché tu che appartieni a tutti,
tu mi sei stato donato.
E per paura che tu fugga via
ti tengo stretto nel mio cuore.
Quale magia ha dunque affidato il tesoro
del mondo nelle mie esili braccia?»

(Tagore, Maternità)

Entro in punta di piedi, in questa storia d’amore. Guardo in silenzio, e invito a fare altrettanto perché di fronte alla vita e alla morte, i misteri più grandi, occorre umiltà.
Le foto di Walter Joshua Fretz, che è nato a 19 settimane e tre giorni, per un parto prematuro, ed è vissuto solo pochi minuti, stanno facendo il giro del Web.
«L’ho preso, l’ho abbracciato, mentre il suo cuoricino batteva. L’ho tenuto vicino al cuore, ho contato le dita di mani e piedi e l’ho baciato sulla piccola fronte», ha detto Lexi, la sua mamma.
Dio sa se c’è bisogno che il mondo veda, quelle manine e quei piedini. Che un piccolo d’uomo ci rammenti chi siamo stati. Cosa c’è, nel grembo di una donna che aspetta un bimbo, quando il gonfiore del ventre è solo accennato e il mondo – bugiardo – vuol negare sia vita.
Io non lo so “perché” Joshua non è nato a termine, perché non ce l’ha fatta. Non so «quale magia ha affidato il tesoro del mondo» nelle esili braccia di questa mamma fotografa, che vive nell’Indiana. Questa storia di carne e di sangue racconta che la dignità della vita non si misura con l’efficienza o con la bilancia e che il tempo dell’amore non si calcola con l’orologio.
Il cuore di Walter Joushua Fretz, piccolo da stare in una mano, dopo la nascita ha continuato a battere solo pochi minuti. Sono bastati per ricordare al mondo chi è l’uomo e cosa conta davvero.

Le immagini sono tratte da questo sito

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