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I voluti (?) silenzi (?) di Bergoglio

Fonte:
CulturaCattolica.it

Per favore, non fermiamoci all'ovvio. Ascoltare il Papa e il suo insegnamento significa anche mettersi sulla sua lunghezza d'onda, senza facili schematismi. E con un amore alla propria storia cristiana; quell'amore che proprio papa Francesco dimostra nei confronti del suo predecessore. Ho trovato queste riflessioni, che mi sembrano parte dell'immaginario comune: «Poco più di cento giorni di pontificato e non una condanna in materia di temi etici o sensibili. Non una parola sulle grandi battaglie democratiche dell'Occidente, né sulle nuove persecuzioni dei cristiani nella vicinissima e laicissima Francia. Niente» E poi «Non una guerra santa all'insegna dei Cristeros messicani e del loro "Viva Cristo Re!", stadio radicale e autentico di una fede grande ma molto adolescenziale, ma una vita nuova, senza facili entusiasmi o proibitivi doverismi, bensì ricca di un sentimento della vita profondamente segnato dalla Presenza viva di Cristo e quindi capace, là dove essa urge di più, di scelte forti o dirompenti...» Francamente non mi ritrovo in queste osservazioni: mi paiono uno schema o un cliché su un papato che ci chiede di mettersi in gioco, «sine glossa», di fronte a tutto ciò che dice. Alcuni esempi: che vuol dire difendere la vita, ovunque abiti, «fosse pure nel grembo della madre»? E dire che tra i compiti del politico (francese) c'è anche quello di «abrogare le leggi ingiuste»? E qual è il senso di ricordare che nel dialogo non bisogna «negoziare la propria appartenenza»? Infine, tra le tante parole e i tanti richiami, perché sottolineare che oggi la nostra è un'epoca di martiri? Significa rinchiudere i cristeros in una fede «adolescenziale»?... No, dobbiamo metterci tutti alla scuola di Papa Francesco, senza avere noi per primi quegli schematismi che denunciamo negli altri. E allora ritroveremo la freschezza della fede, l'entusiasmo della missione, e la fierezza di una appartenenza che saprà sfidare questo mondo «incristiano» col coraggio e la passione che proprio questo Papa ci testimonia. Altrimenti è connivenza con la nostra paura e amore al quieto vivere!
Presenza non è né ignavia o intimismo né attivismo. Presenza è amore a Cristo e alla realtà, tenendo conto di tutti i fattori.

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