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Lettera aperta a Gesù

Autore:
Paniccia, Antonella
Fonte:
CulturaCattolica.it

Gesù, eccomi… oggi è il mio compleanno e voglio raccontarti la mia vita. Una normale vita di insegnante che, pur tra le imperfezioni e i dilemmi della quotidianità, non ha mai distolto lo sguardo dal tuo Vangelo. So che al termine della mia vita mi chiederai conto delle mie opere. Allora dovrò risponderti anche di quelle trascurate, magari per pigrizia o per indifferenza. Ma ti racconterò, Gesù, quelle che ho compiuto pensando a Te…“Sai - ti dirò - ho insegnato ai miei bambini il segno della croce!” A volte, non lo conoscevano. Forse, la sera, le madri erano troppo stanche o forse non ci pensavano proprio. Allora ci ho pensato io: ho spiegato che il segno della Croce è l’abbraccio di Dio, di suo Figlio Gesù e dello Spirito Santo, alito e potenza di Dio che scende su di noi. E’ la nostra difesa per la giornata. Ed ho insegnato loro a pregare: anche solo un’Ave Maria, ma detta col cuore perché la preghiera sincera di un bambino può attraversare le nuvole. I bambini ascoltano, comprendono…lo percepisco dai loro occhi limpidi che svelano la meraviglia per il Creato. Ho insegnato loro ad amarTi, a volgere lo sguardo verso i due raggi che sgorgarono dal tuo costato: Sangue e Acqua, i doni di salvezza che ci hai affidato morendo sulla Croce. Ho spiegato che l’Ostia consacrata è Gesù che si dona e si fa pane, è cibo di vita eterna e ci nutre perché la nostra anima ha fame e sete di Dio. Così hanno compreso la bellezza del donarsi, hanno scoperto che tutti noi possiamo diventare “cibo” per gli altri: quando regaliamo un sorriso, una carezza, quando consoliamo chi soffre, se offriamo da mangiare a un povero… Sai Gesù, ai bambini piace molto l’ora di religione perché vogliono sentir parlare di Te. Che grande seduttore sei Tu, Gesù! Dopo duemila anni il tuo fascino è rimasto intatto e quando racconto di Te ho la sensazione di udire il palpito accelerato dei loro cuori. Anche ai più grandi piace ascoltare, sebbene appaiano disincantati. Hanno desiderio di conoscerti, di capire. Quale grande responsabilità grava sull’educatore cristiano che non Ti presenta ai suoi allievi! Mi piace pensare, Gesù, che prima ancora di domandarmi se avrò insegnato bene la grammatica o le tabelline, al termine della mia vita mi avvolgerai col Tuo sguardo dolcissimo e poi, in un sussurro, mi chiederai: “Hai parlato loro di me?”
Io ti risponderò: “Sì, o Gesù, ne ho parlato. Sempre. Anche se sono stata dileggiata e oppressa nel mio ambiente di lavoro!”
Gesù, alcuni genitori non sanno che i loro figli, crescendo senza regole e senza conoscerTi, sono tentati da ogni tipo di trasgressione… quando ciò avviene, è tardi per seminare valori e sentimenti: la semina ha i suoi tempi! Allora versano lacrime amare. Ed è emergenza educativa… Forse, allora, sarà necessario ripartire dal cuore delle mamme: un cuore talvolta indurito dalla presunzione di avere una scuola con regole, arredi e didattica a misura dei loro desideri, dalla pretesa di avere il figlio più bravo, dalla ricerca del miglior voto, dall’ostentazione del bambino più “griffato”. Dovrebbero essere presenti a scuola, le mamme, per conoscere la fatica dell’insegnante nel tenere buoni gli alunni irrequieti, gli insolenti, i violenti. Forse, alcune di esse rammenterebbero che la prima educazione deve fiorire tra le mura domestiche. Ci vuole tempo per educare, ci vuole pazienza…oltre a sapienza, intelligenza e comprensione: se si aggiunge anche una buona quantità di umorismo, i risultati saranno sorprendenti! La collaboratrice della mia scuola, ogni volta che entra in classe, sfida i miei alunni: “Come mai siete così silenziosi quando c’è lei?” Spazientita, un giorno, Claudia le ha replicato: “La maestra ci dà le regole e noi le rispettiamo!” Tutto qui il segreto: regole, sì… ma date con amore e con fermezza perché i bambini hanno urgenza di autorevolezza, di precetti e, soprattutto, di stima. Quante volte mi è stata chiesta ragione del loro ascolto attento, quasi che ci si attendesse una formula magica. Cosa dire? Talvolta mi piace sognare che accanto a me, in classe, ci siano insegnanti straordinari: Gesù, gli angeli, mia madre…Di certo, la forza che mi sostiene, l’armonia e la gioia che regnano in classe, sono senz’altro superiori alle mie possibilità. Ogni mattina, in classe quinta, rivolgiamo insieme una preghiera allo Spirito Santo…e mai resta senza effetto! Allora, colleghe che talvolta vi interrogate sul silenzio, sulla pace che c’è nella mia classe, perché non provate a pregare anche voi con gli alunni? Affidate il vostro insegnamento a Gesù e vedrete che non sarà necessario urlare per avere ascolto, ai bambini basterà parlare guardandoli negli occhi. Uno per uno. Parlare al cuore di ognuno, perché è così che Gesù ci parlerà: Egli ci conosce e ci chiamerà per nome uno per uno, così come conosce e chiama per nome le stelle del cielo. E quando un giorno ci chiederà: “Mi hai riconosciuto sulla terra?”, io gli griderò: “Sì, Gesù, ti ho riconosciuto, ti ho cercato, ti ho amato! Nonostante le mie debolezze, Ti ho incontrato nel mio cuore… Ti sei svelato quando ero nel dolore, nel lutto, in sala operatoria, nella fatica quotidiana, nella persecuzione. C’eri sempre Tu, al di sopra di tutto. Immenso e potente. E hai disperso i malfattori, hai asciugato le lacrime mutandole in sorriso, hai indossato il camice verde del chirurgo e mi hai guarita, mi hai circondata di amici straordinari, mi hai insegnato a volare alto sopra ogni calunnia. Gesù, grazie… infinitamente grazie!”
Gesù, io non ho mai accolto le ipocrisie ed i compromessi di questa epoca: nel mio cuore porto Te e non posso nasconderlo. La Tua parola è Verità e Vita, ed è immutabile: nessuno può adattarla alle istanze della società. Con il tuo esempio di fanciullo obbediente e ricco di sapienza, ci hai mostrato il valore, la semplicità e la bellezza della famiglia formata da un uomo, Giuseppe, padre premuroso, mite e coraggioso; e da una donna, Maria, madre tenerissima, umile e straordinariamente bella nella sua umiltà. Un uomo e una donna. Una famiglia!
Per questo sono felice, Gesù, quando penso al giorno lontano in cui due sguardi luminosi si sono incrociati, due cuori giovani hanno cominciato a battere forte e si sono innamorati. Mia madre e mio padre. Un inizio… ed in quell’inizio era tutta la potenza del Tuo amore. Tu, Gesù, mi avevi già disegnata sul palmo delle tue mani e, prima ancora che mi formassi nel grembo materno, Tu mi conoscevi! Io ero già in loro e c’era in me tutto l’incanto, la poesia del loro amore. Questa è la famiglia…
Che meraviglia essere pensati da te, Gesù: vivere la vita sapendo che essa ha avuto inizio da un atto d’amore e che, attraverso i miei genitori, prendeva forma e si realizzava il Tuo progetto d’amore su di me!

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