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Lotta contro il turismo sessuale

Autore:
Farina, Renato
Fonte:
CulturaCattolica.it
Intervento di Renato Farina in aula al Consiglio d'Europa a Strasburgo

Ringrazio il collega Ghiletchi. Il rapporto ha il pregio della drammaticità e insieme della compostezza, che lo rende più efficace.
Io vorrei parlare del mio Paese, l’Italia. Innanzitutto un fatto obiettivo e di cui sono orgoglioso. L’iniziativa “Uno su Cinque” ha preso le mosse in Italia, nel 2010, ed ha avuto una spinta decisiva dal ministro italiano delle Pari Opportunità, Mara Carfagna.
Secondo statistiche accreditate, gli italiani che ogni anno praticano il turismo sessuale, che inevitabilmente coinvolge minorenni e adolescenti, sono 80mila! Ottantamila criminali!

Alcuni elementi: la repressione è ridicola. In Italia la legge che punisce duramente il turismo sessuale contro minori anche per fatti commessi all’estero è del 1998. Ebbene, nei primi dieci anni dall’applicazione si è avuta una sola condanna!
Un’altra persona è stata condananta in Colombia. Una in Cambogia!
Tre persone su ottantamila vuol dire l’impunità!
Io credo che contro il turismo sessuale vada praticata una repressione e un investimento di energie paragonabile al terrorismo!
Le vittime di questo turismo sessuale sono misurate in milioni! Più delle vittime del terrosimo! Perché non c’è questa volontà politica?


Secondo dato, che riguarda sempre il mio paese, l’Italia, ma vale per tutti. L’età media di coloro che praticano questa infamia sta scendendo. Ormai la fascia che ha il primato è quella che va dai 18 ai 30 anni.
Mi domando: dove stiamo sbagliando? Cosa sta accadendo? Proprio negli anni in cui più forte sale da ogni parte l’allarme su questo orrore, quando le televisioni trasmettono documenti e testimonianze tragiche e dolorosissime sullo sfruttamento sessuale di bambini e bambine in Thailandia, Cambogia, Santo Domingo, proprio i più giovani cadono in questo orrore?
Non è possibile condannare credibilmente il turismo sessuale se intanto si perde il valore dell’altra persona, come essere unico e irripetibile. Se intanto si riduce la sessualità a gioco, a piacere, e non la si lega al valore della persona, ad un amore vero e duraturo, e non esiste una certezza su ciò che è bene e male, e tutto è travolto da un relativismo morale, da un’antropologia che non distingue più il valore radicalmente diverso tra l’uomo e la donna e il resto del regno animale.
Nella confusione e nel caos vince il lupo che è nell’uomo.

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