Condividi:

«Gutta cavat lapidem»!!! Il «Codice Etico» della Cattolica

Autore:
De Leonardis, Massimo
Fonte:
CulturaCattolica.it
Apprendiamo con viva soddisfazione che sulla rivista Strike dei Cattolici Popolari compare questa interessante intervista al Prof. De Leonardis. Segno di un cambiamento di rotta negli ambienti universitari. Si faranno finalmente modifiche al «Codice Etico» della Università Cattolica? Ma soprattutto non sarà più un argomento tabù?

A novembre dello scorso anno è entrato in vigore il codice etico dell’Università Cattolica. Pochi se ne sono accorti prima di essere stati invitati ripetutamente a prenderne visione per evitare il blocco della pagina personale di I-catt. La Cattolica ha dovuto realizzare un regolamento di questo tipo perché imposto dalla riforma del ministro Gelmini del dicembre 2010. Esso deve contenere disposizioni riguardanti le norme di condotta applicabili all’intera comunità universitaria; regolamentare i conflitti di interesse, la proprietà intellettuale e predisporre un adeguato apparato sanzionatorio per le inosservanze.
Una lettura attenta dei primi punti evidenzia alcune contraddizioni con lo spirito che dovrebbe animare il nostro ateneo: in particolare a suscitare perplessità è la subordinazione del testo al Trattato di Lisbona del dicembre 2007. Esso ha infatti suscitato numerose critiche da parte dell’intero mondo cristiano e soprattutto di Benedetto XVI per la mancata citazione delle radici giudaico-cristiane dell’Europa moderna. Legittimo è domandarsi perché non sia stata considerata la Costituzione Apostolica del Beato Papa Giovanni Paolo II, redatta nel 1990 proprio per regolare la vita all’interno degli Atenei Cattolici.
Per capire quale sia l’idea che sta alla base del nostro codice etico abbiamo contattato i docenti che lo hanno steso. Nessuno ha tuttavia rilasciato dichiarazioni poiché “il codice è in corso di modifica” fino ai primi mesi del 2013.
Sostanzialmente gli studenti hanno quindi dovuto prendere visione di un testo incompleto, ambiguo e in parte contraddittorio.
Infine abbiamo scoperto come anche una buona parte di docenti sia venuta casualmente a conoscenza della stesura e approvazione del codice. Uno di questi è il Professor De Leonardis, docente ordinario di Scienze politiche e direttore di Dipartimento, che ha pubblicato sulla sua pagina una serie di critiche al testo e al quale abbiamo rivolto alcune domande.

Professore, com’è venuto a conoscenza del codice e come sono nate le sue critiche al testo?
“È stato un mio studente che mi ha fatto notare l’esistenza del codice etico. Io sono anche direttore di dipartimento e sono molto attento a tutti i documenti prodotti. È vero che l’avevano messo in una sezione della pagina web, ma in realtà quando ho riunito il dipartimento quasi nessuno lo sapeva. Dopo averlo letto, ho steso il documento contenente le critiche e diverse testate mi hanno chiesto interviste a riguardo”.
Noi abbiamo provato a contattare chi ha steso il codice, ma tutti dicono che il testo è in corso di modifica. Lei sa qualcosa a riguardo?
“Io non so neanche chi l’ha scritto. Mi sembra strano che un documento di questa portata non abbia avuto una stesura più partecipata. Anche a me risulta più o meno ufficialmente che ci sia una commissione, di cui però non so nulla, che dovrebbe rivedere il testo. Esso è infatti adottato ad experimentum. So che adesso l’obbligo è prenderne atto, il che è abbastanza pleonastico. Non l’ho sottoscritto, né lo sottoscriverò se non cambia”.
A proposito delle leggi che hanno portato alla stesura del codice Lei cosa sa?
“Le norme operative, che evitano ad esempio il conflitto d’interesse e le discriminazioni, c’erano già nel regolamento generale d’ateneo, quindi fare un codice etico poteva essere superfluo. È stato fatto poiché richiesto dalla legge (Riforma Gelmini, ndr). Io contesto la fievole impostazione cattolica del codice. Ci sono cose superflue e non necessarie. Bastava usare la formula: “L’Università Cattolica è contraria a qualsiasi discriminazione contraria alle leggi dello Stato e alla morale cattolica”. Non sono ostile a nessuno, ma un conto è dire che uno non può essere discriminato per la sua condizione, compresa la tendenza sessuale, un altro è dire che uno, in quanto portatore di certe tendenze, è anche portatore di diritti e di valori.
A proposito dell’affievolirsi dell’identità cattolica vorrei far notare che sul sito, alla sezione “perché la Cattolica”, non compare nessuna menzione all’identità cristiana dell’ateneo; in tutte le aule ristrutturate è stato tolto il Crocifisso, è stato sì lasciato il Sacro Cuore, ma non è la stessa cosa”.
Quindi secondo Lei questa stesura è dovuta alla fretta di adeguarsi alla legge o è frutto intenzionale della moderna mentalità dominante?
“Non lo so. Credo che diverse persone responsabili si siano rese conto che è stato fatto un errore. Sono convinto e fiducioso che il testo venga emendato, anche se non so fino a che punto. Il rischio è che coloro cui andava bene questo testo facciano polemiche. Inoltre siamo alla vigilia dell’elezione del nuovo rettore: sarà lui che deciderà cosa fare. Ho comunque avuto la rassicurazione che le mie critiche saranno esaminate dalla commissione incaricata di rivedere il testo”.

Quello che ci ha sorpresi maggiormente è l’indisponibilità al dialogo che pare abbia contagiato tutte le alte sfere. I membri del consiglio di vigilanza (organo predisposto per garantire il rispetto del codice), il pro-rettore, perfino al centro pastorale non hanno voluto dichiarare nulla nonostante le nostre intenzioni fossero solo conoscitive. La sensazione è che si stia cercando di rimediare a un errore, magari non voluto, nella massima discrezione possibile.
Il fatto che nessuno voglia far sapere nulla può confermare quest’ipotesi.
Communitas docentium et studentium? Sarà per la prossima volta.

Vai a "Ultime news"