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Il diritto “umano” a scegliere il figlio sano.

Fonte:
CulturaCattolica.it

C’è una giovane coppia di Roma, genitori di un figlio di sei anni affetto da fibrosi cistica e portatori sani di questa malattia.
Vorrebbero un altro figlio, ma c’è una possibilità su quattro che nasca con la stessa malattia del fratello.
Loro vorrebbero un figlio sano, chi può biasimarli, chi desidera un figlio malato? Il problema è un altro, che i figli non sono merce da supermercato.
I genitori pertanto chiedono di poter accedere alla fecondazione assistita per selezionare l’embrione sano.
La legge 40 in Italia non lo permette, allora, ricorrono alla Corte Europea dei diritti Umani. Avete letto bene, Diritti Umani, pare ci sia il diritto a scegliere l’uomo di domani.

Strasburgo accoglie il loro ricorso e quindi la coppia potrà accedere alla diagnosi embrionale.
Esultano i radicali dell’associazione Luca Coscioni, contrari i rappresentanti di Scienza e Vita.

Mi sono chiesta, cosa penserà il figlio malato?
Forse, che se avessero saputo che si trattava di un figlio malato non gli avrebbero permesso di venire al mondo. Oppure, penserà di essere un sopravvissuto?
Come un essere umano che essendo passato da un campo di concentramento nazista, dove si praticava l’eugenetica, si uccidevano handicappati, malati, zingari, omosessuali, sia miracolosamente scampato.

Il professor Antinori non è d’accordo, dice che non si tratta di eugenetica: “Facciamo questa analisi solo per 15-20 patologie gravi, dalla fibrosi cistica all'anemia mediterranea, per fare in modo che non vengano trasmesse dai genitori.” Già, solo 15-20 malattie, quelli deboli e malati, quelli con l’anemia mediterranea o la fibrosi cistica, che sino a oggi sono venuti al mondo, tra poco saranno una rarità e forse non varrà nemmeno la pena di studiare come sconfiggere queste malattie, in fondo si può intervenire sconfiggendo il malato prima che nasca, prima che diventi un costo per la società.

Del resto anche la Legge 194, quella che regola l’aborto, chiama la soppressione di embrioni non perfetti, aborto terapeutico.
T E R A P E U T I C O, ovvero, curativo, anche le parole sono bugiarde.

Il punto è che tutto sembra normale, che tutto sembra fatto a fin di bene.
Sopprimere embrioni per selezionare quello sano. Sopprimere figli non sani per evitare loro la fatica di stare al mondo.
Non esiste più il male, perché rendendolo banale, lo abbiamo reso irriconoscibile.
Non ci sono carnefici, malvagi ma uomini e donne con la nostra stessa faccia, uguali a tanti altri, certi che - non ci sia nulla di male – o peggio, - sia un diritto – che spetta ai genitori scegliere a quale embrione dare la possibilità di vedere la luce, a quale malato dare la possibilità di vivere tutti i suoi giorni con dignità.

Capita già, che guardando uno di questi sopravvissuti qualcuno pensi che in fondo non si tratta altro che di una spesa sulle spalle della collettività, di un capriccio di famiglie che non hanno scelto di affidarsi alle indagini pre-natali. Purtroppo, una società dove i deboli si possono sopprimere, è una società che mal sopporta la vecchiaia, la debolezza, l’imperfezione, la fatica e non si accorge che ognuno ha un posto, e che l’unico vero diritto da difendere e il diritto ad essere amati, curati, ad essere felici così come siamo, perché la perfezione non è degli uomini, nemmeno di quelli che apparentemente non hanno tare genetiche, perché le loro tare sono le più gravi e stanno nell’avere il cuore sordo.

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