Lettera aperta a Eluana Englaro
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In "prima persona", perché da sei anni Manuel e Morena vivono questa storia di grande amore, prima di tutto per la vita.
Morena a causa di una malattia neurodegenerativa è divenuta fragile e bisognosa di tutto, ma l'amore che la circonda fa in modo che nulla vada perduto.
Carissima Eluana,
mi chiamo Morena, ho 40 anni e da sei anni sono ricoverata nel reparto Sant'Agnese dell'Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone.
Da sei anni, per una grave malattia neurodegenerativa, sono totalmente incapace di intendere e di volere, di alimentarmi, di comunicare, di badare a me stessa o ad altri, anche se, nel mio caso, non si parla propriamente di “stato vegetativo” (ma chi mai può definire cos'è lo stato vegetativo???)
Questa lettera, nella mia impossibilità, viene scritta per me da mio marito Manuel.
Sono totalmente dipendente dagli altri per ogni mia necessità: alimentazione e idratazione mi vengono somministrate col sondino, alla mia igiene personale provvede in maniera amorevole il personale dell'Istituto.
A me piace sentirmi abbracciata, coccolata, tenuta per mano, lavata, nutrita. Non posso manifestarlo con segni evidenti, perché non ho movimenti volontari apparenti, ma a volte basta uno sguardo, un piccolissimo sguardo, un sorriso appena appena accennato, e chi mi conosce e mi vuole bene sa riconoscere e interpretare correttamente i miei sentimenti.
E' vero, non posso parlare, non posso agire in alcuna maniera, e agli occhi del mondo sembra che io sia rinchiusa in questo corpo flagellato, crocifisso come il tuo.
Ma il mio corpo è crocifisso ma vivo, e la mia anima è viva e io posso pregare liberamente per mio marito, per mia figlia, per chi mi assiste e per tutte le persone cui voglio bene.
E so che anche la tua anima, è viva, e prega anche per quel brav'uomo di tuo padre che crede di fare il tuo bene.
La tua anima insieme al tuo corpo è come un piccolissimo seme sepolto sotto la terra: ha bisogno di acqua e nutrimento altrimenti muore, e sboccerà a una nuova vita quando il Signore della Vita lo deciderà.
Nessun uomo può decidere per un'altra persona.
Certo, anch'io a vent'anni avrò sicuramente detto: “meglio morta che in quello stato”.
Ma quale uomo lo vorrebbe?
D'altra parte, quale uomo vuole morire? La vita, la volontà di vivere è sempre più forte.
Se tu sei lì da 16 lunghissimi anni e io qui da sei, vuol dire che c'è qualcosa di più grande di noi, la vita è qualcosa di cui non possiamo farci padroni.
Un mio amico mi ha definito “Vertice del Mistero”. Anche tu, Eluana, sei “Vertice del Mistero”.
Un mistero difficile, quasi impossibile da guardare, da contemplare, sembra più facile rifiutarlo.
Da soli è impossibile, occorre una compagnia che sostiene uno sguardo così, come la Fraternità di CL che da tanti anni sostiene la fragilità è la debolezza di mio marito.
Se uno è in compagnia di Cristo abbraccia il Mistero, altrimenti uno non può che abbracciare la morte, perchè non c'è un più un senso, non rimane che la disperazione.
Per questo io ti abbraccio forte e prego e spero che nessuno, dico nessuno abbia il coraggio di lasciarti morire per decisione degli uomini.
Ti voglio Bene
Morena Zisa Stefani