Siamo contro la cultura della morte
Reagiamo alla risoluzione del Parlamento Europeo riportando il lucido commento di Vincenzo Bassi, Presidente della Federazione delle Associazioni Familiari cattoliche in Europa.«La questione dell’aborto non è di competenza del Parlamento europeo. Le istituzioni a livello dell’UE sono legate al principio di sussidiarietà, che protegge gli Stati membri dalla possibilità di legiferare all’interno delle loro giurisdizioni»
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Reagendo al voto, il presidente della FAFCE Vincenzo Bassi ha commentato: “questo voto non è altro che una cinica presa di posizione politica prima delle elezioni europee. La questione dell’aborto non è di competenza del Parlamento europeo. Le istituzioni a livello dell’UE sono legate al principio di sussidiarietà, che protegge gli Stati membri dalla possibilità di legiferare all’interno delle loro giurisdizioni. Questo voto non avrà alcun effetto materiale su nessuno, se non quello di agitare il sostegno ideologico durante una campagna elettorale”.
La FAFCE ricorda che la regolamentazione dell’aborto è di competenza degli Stati membri, in conformità con il principio di sussidiarietà. Si tratta di una richiesta politica senza alcun impatto giuridico. Inoltre, il diritto all’obiezione di coscienza è un diritto fondamentale sancito dalla Carta dell’Unione europea, che deve essere tutelato nel contesto dell’aborto.
La FAFCE chiarisce che questa risoluzione non ha alcuna ripercussione giuridica e che l’aborto non può essere aggiunto alla Carta dell’UE in quanto contrario allo spirito della Carta e ai diritti fondamentali che essa già riconosce. Resta il fatto che l’aborto non è un diritto fondamentale, non esiste il diritto di togliersi la vita.
Per poter modificare effettivamente la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, i Trattati dell’Unione europea devono approvare la modifica con l’approvazione unanime di tutti gli Stati membri.
Vincenzo Bassi, presidente della Fafce, ha aggiunto che “nemmeno la Corte europea dei diritti dell’uomo riconosce il diritto all’aborto, né lo riconosce alcun tribunale internazionale. Si tratta, in effetti, di una semplice mozione manifesta a fini ideologici, priva di fondamento giuridico. Questo non serve a nessuna donna o bambino nell’Unione europea”.
Vincenzo Bassi, Presidente della FAFCE, prosegue: “Non fatevi ingannare, non si tratta di accedere all’aborto o di sostenere le donne. Si tratta di usare le donne come pedina politica. Invece di lasciare le donne isolate in situazioni difficili, dovrebbero essere sostenute. Le reti di associazioni familiari dovrebbero essere valorizzate come protagoniste nel camminare con le donne che si trovano sole e ansiose”.
“Dobbiamo promuovere la vera scelta di vita, informando e finanziando la famiglia al servizio del bene comune. È possibile essere a favore della vita e anche a favore della scelta: la scelta per le donne di avere figli e per le comunità di crescere attraverso nuove vite. Politiche sociali concrete che sostengano le donne e i bambini andrebbero molto più in là delle dichiarazioni ideologiche che non hanno alcun impatto sulla realtà”.
Il voto sull’aborto al Parlamento europeo è una “dichiarazione ideologica”, afferma la FAFCE