Perché noi cristiani non possiamo tacere
Perché noi cristiani abbiamo il dovere di richiamare la società civile a promulgare leggi giuste e ad abrogare quelle inique.Contributo di un gruppo di amici di Comunione e Liberazione al dibattito interno al Movimento e alla Chiesa
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“Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto” (Gv 18,20). La Chiesa Cattolica ha sempre fatto suo questo metodo di Cristo e sempre lo farà. Siamo noi cristiani che dobbiamo richiamarci continuamente a seguirlo, perché la tentazione di non intervenire nel mondo e di tenere la verità nel cassetto è sempre forte e ricorrente, se non altro per ragioni di comodo.
Ciò che può vincere questa tentazione è solo l’amore di Cristo: “L’amore del Cristo infatti ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro. Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio” (2 Cor 5, 14-20).
Se amiamo Cristo e in Lui amiamo i nostri fratelli uomini, non possiamo non soccorrerli e non annunciare a loro la verità che può renderli liberi dall’oscurità e dalla schiavitù in cui vivono: la schiavitù di una cultura dominante che ha scelto la morte, la solitudine, la guerra, la disperazione.
Da noi cristiani dipende la possibilità che il mondo viva in modo migliore: conoscendo la verità, sperimentando l’amore vero, avendo una luce a cui guardare. La nostra assenza dal mondo non è un rispetto della libertà del mondo, ma una indifferenza verso la sua rovina. Ma Cristo è venuto per salvare il mondo: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,18-20).
Questo nostro piccolo lavoro, che abbiamo elaborato da alcuni anni a questa parte partecipando al dibattito interno al Movimento e alla Chiesa, possa essere utile a chi sente compassione verso questa nostra povera umanità dispersa. La Vergine Maria, che da duemila anni non si stanca di intervenire nella storia del mondo, ci assista e ci guidi.
Don Gabriele Mangiarotti e don Matteo Graziola, Pasqua 2024
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Pensiamo sia utile confrontarci su questi giudizi, in questo tempo drammatico.
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