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La libertà è il bene più grande che i cieli abbiano donato agli uomini

Fonte:
CulturaCattolica.it



In questo scorcio di fine agosto 2005, due eventi si susseguono e si intrecciano a segnare tappe decisive nel drammatico tornante che l'umanità sta affrontando: la XX Giornata Mondiale della Gioventù, che si svolge a Colonia sul tema: "Siamo venuti per adorarlo", e il XXVI Meeting di Rimini per l'amicizia tra i popoli, che utilizza come leit-motiv: "La libertà è il bene più grande che i cieli abbiano donato agli uomini" (M. de Cervantes).

E' la prima Giornata dei giovani senza Giovanni Paolo II, è il primo Meeting senza don Giussani; i media curiosi e superficiali insinuano con fare sornione che non sarà più la stessa cosa, parlano di crepe e di crisi. Ma le due gigantesche carismatiche figure, vere colonne della Chiesa del XX secolo, non richiamavano a sé: esse additavano una Presenza indefettibile, Cristo ieri oggi e per sempre, nel Suo corpo misterioso. Il fatuo gioco delle risonanze mediatiche si attarda in marginali osservazioni o in calcoli meschini, evacuando quella che è la vera portata degli avvenimenti: una possibilità reale di speranza per questo mondo in bilico su un crinale apocalittico.

A Colonia Benedetto XVI (nel suo nome il fuoco del miracolo benedettino: l'Europa rifiorita dopo la grande barbarie) ha indicato in Cristo il termine e lo scopo della ricerca umana di felicità e di pienezza: "Cristo, Luce delle genti, risposta appagante per la sete dei cuori".
I Re Magi sono emblema di questa ricerca connaturata con la condizione umana: sopportano le fatiche le privazioni i rischi di un viaggio incognito e misterioso, per incontrare la possibilità di un Significato, di un'amicizia pacificante. E questo incontro è possibile anche oggi: "In questi giorni benedetti di condivisione e di gioia, fate l'esperienza liberatrice della Chiesa come luogo della misericordia e della tenerezza di Dio verso gli uomini. Nella Chiesa e mediante la Chiesa raggiungerete Cristo che vi aspetta" (Benedetto XVI, Messaggio ai giovani di Colonia, 18/08/05).
Ma, come ha detto Giancarlo Cesana alla vigilia del XXVI Meeting (Intervista al "Corriere della sera", 20/08/05): "Senza libertà nessun atto umano ha valore e dignità, sarebbe come l'espressione del meccanismo che regola la vita degli insetti. Mi rifiuto di pensare a me, alle persone che amo e che mi amano, ai miei simili come a degli insetti".

Il tema grandioso della libertà spoglia l' incontro decisivo con Cristo di ogni scontato automatismo déjà vu e di ogni possibile meccanica progettualità: non siamo "pedine in un gioco" ma "pietre vive" per costruire una cattedrale, la Presenza di Dio nel mondo. Il nostro "sì" è indispensabile perché la salvezza si compia in noi e nel mondo: "La libertà è energia di adesione al reale, all'essere. E' adesione ad altro da sé, che compie, fa crescere, costruisce e realizza la nostra persona" (don Giussani). Il Meeting è la possibilità di incontrare questa libertà in atto, in persone reali, trasformate dall'adesione a Cristo, e di conseguenza in un popolo nuovo, seme di trasformazione e di speranza per il mondo. Come ha detto il medico tedesco Adolf Diefenhardt ("Tracce", giugno 2005): "Dare la mia vita per l'opera di un Altro per me significa: dare a Lui, alla Sua presenza reale nel mondo la cosa più preziosa della mia vita: la mia libertà".
E Benedetto XVI, additandoci Maria ("Con Maria, dite il vostro "sì" a quel Dio che intende donarsi a voi"), ci indica il paradigma di ogni libertà perfettamente compiuta.

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