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La crisi dei sacerdoti

Autore:
Andrea Mondinelli
Fonte:
CulturaCattolica.it
Giuda è dapprima un ladro, poi un traditore e infine un aperto alleato del nemico. Ha rubato dai fondi apostolici, è stato preso da un odio nevrotico sia per il denaro che per se stesso e, per ultimo, si è tolta la vita, ma l’incrinatura, quando ha fatto la sua prima comparsa? Quando è cominciato l’impercettibile crollo, tanto impercettibile che gli Apostoli, durante l’Ultima Cena, non se ne avvidero?

Avendo avuto la grande grazia di aver letto “Il Sacerdote non s’appartiene” del Ven. mons. Fulton Sheen, sono rimasto colpito dalla lettura degli articoli di Avvenire di don Gino Rigoldi (QUI) e di don Albino Sanna, Segretario nazionale Unione apostolica del clero (Ua), (QUI) relativi alla formazione permanente del Clero.
Don Sanna illustra 6 punti chiave:

1) Vivere la comunione e la condivisione nel ministero, sia con i confratelli che con il popolo di Dio, è il primo percorso pratico per realizzare una armoniosa formazione permanente.
2) Offrire disponibilità e impegno personale allo studio, all’approfondimento e alla lettura della realtà in modo da avere sempre presente il cammino che sta facendo la Chiesa e la propria comunità oggi.
3) Favorire e partecipare alle iniziative promosse per il clero a tutti i livelli (Esercizi e Ritiri spirituali, Cenacoli, Incontri Foraniali o di Vicaria, Corsi di formazione teologica, biblica, pastorale, Raduni di clero tra amici, di momenti di ricorrenze particolari o di feste, pellegrinaggi, ecc.).
4) Osare percorsi nuovi uscendo dalla consuetudine, non conservando solo l’esistente, ma assumendo un nuovo stile evangelizzatore, intercettando i reali bisogni profondi della gente, andando incontro agli altri con gioia.
5) Curare la fraternità e l’amicizia tra il clero, il riferimento costante a una guida spirituale, la disponibilità a sentirsi e operare come membro di una comunità di fratelli, come in una famiglia, condividendo le gioie pastorali.
6) Dare spazio all’incontro con Gesù Cristo nel silenzio e ascolto orante. Il tempo della contemplazione è prezioso e vivificante. ‘Mi ami tu?’. Vivere la centralità dell’Eucaristia e curare la propria vita interiore sono la prima attività pastorale e la vera e piena realizzazione della formazione permanente.


Giustamente don Rigoldi si chiede “se l’ordine dei 6 punti proposti da don Albino rappresentasse una scala di priorità o se invece le proposte fossero offerte in ordine sparso”. Bene, ho pensato, adesso don Gino dirà che il punto prioritario è il n. 6: dare spazio all’incontro con Gesù Cristo nel silenzio e ascolto orante. Invece, sorpresa (ma non troppo), prosegue don Rigoldi: “Nel dubbio, vorrei intervenire per suggerire di dare la priorità al quinto punto, ‘Curare la fraternità e l’amicizia tra il clero’ e via con il consueto sociologismo d’accatto.
Leggiamo alcuni brani di Mons. Sheen:

“innanzitutto il sacerdote è chiamato a essere con-vittima e con-redentore con il Signore Gesù offerto sulla croce e sull’altare: non basta alleviare le necessità materiali dei fratelli, occorre annunciare Gesù Cristo, farlo conoscere e amare. Convertire le anime a Lui e questo è frutto di santità, di unione con Dio”.


La formazione permanente più importante è tutta nelle parole di Fulton Sheen:

Giuda è dapprima un ladro, poi un traditore e infine un aperto alleato del nemico. Ha rubato dai fondi apostolici, è stato preso da un odio nevrotico sia per il denaro che per se stesso e, per ultimo, si è tolta la vita, ma l’incrinatura, quando ha fatto la sua prima comparsa? Quando è cominciato l’impercettibile crollo, tanto impercettibile che gli Apostoli, durante l’Ultima Cena, non se ne avvidero? È cominciato quando colui ch’era chiamato a essere Sacerdote e vittima ha rifiutato di accettare le parole del suo Signore: «Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno» (Gv 6, 58). La carne! Indubbiamente essa spiega certi aspetti della debolezza sacerdotale. Attaccamento alle cose del mondo! Amore per i titoli azionari! Lusso! Alcool! Nominiamo qualsiasi peccato che ci possa venire in mente. Sono questi gli strascichi che accompagnano il declino del sacerdozio, ma nella veste della santità vi era già uno strappo ancor prima che queste altre forme di nudità e di vergogna facessero la loro comparsa. Nostro Signore sa dove questi palesi e scandalosi peccati ebbero origine. Forse ebbero origine in una «Messa d’un quarto d’ora»; in un «ringraziamento d’un minuto»; in un rapido salto dalla camicia da notte al camice; in una carenza di visite al Salvatore Eucaristico, essendo queste limitate alle visite «ufficiali», quando si «deve» celebrare la Messa o qualche altro ufficio divino. Quindi, l’uomo che è Sacerdote; sempre e ovunque, per l’Eucaristia non è stato capace di essere un Sacerdote Eucaristico. Se un chirurgo si tiene a distanza dal corpo e dal sangue dell’uomo, non perderà la sua perizia? Non è egli specificamente autorizzato alla sua professione appunto in funzione del corpo e del sangue? Ma noi, che non siamo soltanto «autorizzati» ma «ordinati» in funzione del Corpo e del Sangue, come potremo conservare il nostro potere, la nostra santità, la nostra perizia di Sacerdoti se non mediante la fede più viva nel Corpo e nel Sangue di Cristo?
[…] La lezione è chiarissima. Noi siamo Sacerdoti Eucaristici. Osservando un prete celebrare la Messa si può capire come tratta le anime nel confessionale; come si comporta con i poveri e gli ammalati; se si interessa o no delle conversioni; se si preoccupa maggiormente di piacere a monsignor Vescovo che al Signore Dio; con quanta efficacia sa infondere pazienza e rassegnazione in chi soffre; se è un amministratore o un Pastore; se ama i ricchi o i ricchi e i poveri; se predica soltanto le questue o la parola del Cristo. La corruzione morale del Sacerdozio inizia dalla mancanza di una fede ardente nella presenza Eucaristica, dalla quale fede invece inizia la santità.


Oggi, verrebbe accusato di fare proselitismo… MEGLIO NON SI POTREBBE CAPIRE LA CRISI DEI SACERDOTI!
Oggi, primo venerdì del mese, preghiamo il Sacratissimo Cuore di Gesù per i nostri Sacerdoti.
Lui e solo Lui è la formazione permanente del Clero!

Andrea Mondinelli

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