In 300.000 sapranno cambiare la scuola italiana?
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Sono stato a Roma, in Radio Vaticana, a seguire e commentare con Luca Collodi e Giuseppe Desideri l’incontro del Papa con la scuola italiana (da notare, con TUTTA la scuola, e non solo quella «cattolica»). È stata una esperienza molto bella e intensa, soprattutto per le parole del Papa, che mi sembrano approfondire una linea di giudizio importante e spesso dimenticata o fraintesa.
Tutto il testo è da leggere e da approfondire, ma vorrei sottolineare questo passaggio che mi sembra decisivo: «L’educazione non può essere neutra. O è positiva o è negativa; o arricchisce o impoverisce; o fa crescere la persona o la deprime, persino può corromperla. E nell’educazione è tanto importante quello che abbiamo sentito anche oggi: è sempre più bella una sconfitta pulita che una vittoria sporca!»
Ed è un pensiero che si affianca a quanto affermato pochi giorni prima dallo stesso Pontefice, parlando ancora della scuola: «Vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del “pensiero unico”. Mi diceva, poco più di una settimana fa, un grande educatore: “A volte, non si sa se con questi progetti - riferendosi a progetti concreti di educazione - si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione”».
Sono parole chiarissime, che non sembrano uscite dalla bocca del «papa dei media», alla Scalfari, per intenderci, ma del Papa reale, quello che dice sempre di essere figlio fedele della Chiesa e del Catechismo.
Allora ci chiediamo: sapranno i cattolici presenti nella scuola italiana, quella scuola che sta diventando un campo di battaglia per costruire una antropologia disumana, del gender e della trasgressione, che usa dei giovani come cavie per un progetto che disgrega identità, natura e famiglia… sapranno questi cattolici essere una presenza di novità e di speranza?
Agli inizi del cristianesimo, in 12 (dodici) hanno cambiato il mondo. I 300.000 (trecentomila) giovani, insegnanti e genitori presenti a Roma sapranno cambiare il mondo della scuola italiana?
Al mondo della scuola italiana @Pontifex_it http://t.co/4u6nezdLHc
N.B.: TUTTA la scuola e non solo quella «cattolica» TUTTI i cattolici
— Gabriele Mangiarotti (@dongabriele) 11 Maggio 2014