Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
Benedetto XVI stupisce ancora per la forza persuasiva e, insieme, la semplicità del suo dire. Il messaggio ai giovani, in vista della XXIII GMG che si terrà a Sidney nel prossimo 2008, è una piccola catechesi sullo Spirito Santo e in particolare sui sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell’Eucaristia.
Niente di nuovo sul piano della dottrina, certo, ma la novità sta nella forza dell’esperienza che anima le parole del Papa. Benedetto XVI spinge a un rapporto intenso, unico e personale con Gesù che passa attraverso la Chiesa e i suoi gesti profondi e mistici, quelli che informano la pratica sacramentale.
Don Julian Carron, negli esercizi alla fraternità di Comunione e Liberazione, ha ricordato un passo di mons. Luigi Giussani: solo il divino può salvare l’Uomo, può far emergere tutto quanto noi siamo... in modo tale che possiamo dire quando Cristo c’è, non perché “diciamo” il Suo Nome (che può essere detto in modo formale e vuoto); sappiamo che Cristo c’è, che c’è Cristo presente perché fa emergere tutto il nostro io, perché ci porta una pienezza che noi non possiamo raggiungere. Sperimentiamo il presentimento del divino in uno sguardo così.
Cristo c’è. E il Papa non teme di indicarlo ai giovani presente nei sacramenti che hanno ricevuto, nel Battesimo che li ha incorporati a Cristo, nella Confermazione che li rende testimoni impavidi di questa appartenenza, nell’Eucaristia che attualizza nel loro quotidiano l’incontro con Cristo.
Accostarsi all’Eucaristia, ricorda il Papa ai giovani, è vivere in una «Pentecoste perpetua» e diventare per ciò stesso Testimoni di questa grazia.
Non si fa violenza ai non credenti o a quanti professano un altro credo, testimoniando la propria appartenenza a Cristo: proporre Cristo non significa imporlo (cfr Evangelii Nuntiandi, 80). Del resto, duemila anni or sono dodici Apostoli hanno dato la vita affinché Cristo fosse conosciuto e amato. Da allora il Vangelo continua nei secoli a diffondersi grazie a uomini e donne animati dallo stesso loro zelo missionario. Pertanto, anche oggi occorrono discepoli di Cristo che non risparmino tempo ed energie per servire il Vangelo.
Viene alla mente il celebre dipinto di Burnard. Dove non ci è dato di vedere nulla dei due protagonisti, non si vede la loro appartenenza a Cristo, non si intuisce la meta della loro corsa. Niente di più aconfessionale di quel dipinto eppure, come direbbe il don Gius, in quei volti, in quella corsa Cristo c’è. Cristo è la risposta ed è la forza della vita e dell’esperienza di quei due. È evidente che il protagonista di quella corsa è lo Spirito Santo e sostegno al loro passo è un Incontro: Cristo è vivo.
Come allora in Pietro e Giovanni così oggi occorrono, come scrive il Papa, giovani che lascino ardere dentro di sé l’amore di Dio e rispondano generosamente al suo appello pressante, come hanno fatto tanti giovani beati e santi del passato e anche di tempi a noi vicini.
La necessità e l’urgenza della missione che il Papa richiama ai giovani, è una necessità e una urgenza che interpella tutti: che il Suo nome sia annunciato non per dovizia di parole, ma per il presentimento del divino che muove i nostri passi e che per la pienezza di senso riempie i nostri rapporti.