Un popolo che vive nel gelo
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
Sono almeno un milione nel mondo i figli della provetta. Un popolo il cui incremento è continuo e procede a ritmo crescente. Il milione è stato raggiunto in ventidue anni (45mila all'anno, in media), ma, dalla provetta o con gli altri sistemi di riproduzione artificiale, nel solo 1999 sono nati circa centomila bambini in tutto il mondo (in Italia il totale è "soltanto" di seimila). Ma questa è solo la punta "fortunata" dell'iceberg. Se prendessimo in considerazione l'intera quantità degli uomini e delle donne concepiti in provetta, cioè tutti coloro che sono rimasti in vita anche solamente per un breve periodo (tuttavia con la surgelazione si possono raggiungere anche alcuni anni), i numeri fin qui fatti dovrebbero essere moltiplicati almeno per dieci: dieci milioni nel mondo, 60mila solamente in Italia.
Questa è la realtà in cifre della fecondazione artificiale. Ma le cifre non dicono molto o almento non dicono tutto. Si potrebbe parlare, ad esempio, del turpe mercato che grazie alla procreatica è sempre più fiorente. Anonimi medici che difficilmente avrebbero trovato posto come medici condotti, hanno costruito veri e propri imperi economici e celebrità pasticciando con provette ed inseminazioni.
Ma non è ancora questo l'aspetto peggiore. Forse perfino peggio della distruzione di milioni di vite umane sia come falliti tentativi di impianto che come embrioni lasciati nell'azoto liquido, ci sono le possibilità aperte dalla fecondazione artificiale. Grazie infatti al concepimento in vitro si è reso disponibile tantissimo materiale utile ai troppi stregoni del Dna che ora possono sperimentare, creare, distruggere a proprio piacimento su delle vite umane che nessuno difende.
Già nessuno difende! I formidabili interessi della ricerca scientifica e delle multinazionali farmaceutiche sono infatti riusciti a fermare l'approvazione di una legge che ponga dei seri limiti alla fecondazione artificiale. La legge è stata approvata alla Camera in una versione non certo pienamente soddisfacente ma almeno adeguata a limitare, ad esempio, il numero degli embrioni da "creare" ad ogni tentativo, a trasferirli tutti in utero, ad evitare manipolazioni genetiche o interventi sull'embrione che non abbiano come scopo l'interesse e la cura dello stesso embrione e che conteneva alcune affermazioni sul diritto inalienabile alla vita.
Ebbene questa legge si è arenata al Senato e la speranza è che la nuova legislatura ed i nuovi equilibri politici consentano di riprendere il cammino.
Senza una legge continua il Far West, dove è permesso tutto ed il contrario di tutto. Può capitare anche che il ministro della Sanità decida di arrogarsi il diritto di rendere possibili pratiche come la clonazione umana e l'utilizzo degli embrioni come parti di ricambio per prelevare cellule (le ormai arcinote staminali) e tessuti che sarebbero peraltro facilmente ottenibili da persone adulte.
Il tutto nascosto dietro l'ipocrita fumo dell'interesse di tanti malati che potranno avere così la loro cura. Il fine giustifica i mezzi? Allora aveva ragione Hitler a sottoporre a sperimentazione i malati mentali per trovare nuovi farmaci utili a debellare malattie. La clonazione embrionale è figlia dell'aborto (l'ha detto, per difenderla, Garattini su Repubblica: "Gli embrioni umani possono essere uccisi quando sono grandi, ma non possono essere toccati quando sono piccoli?"). Ma almeno nell'aborto c'è una donna sconvolta, c'è la situazione irripetibile della gravidanza…
Fa paura la clonazione anche per la menzogna che trascina con sé. Si dice: Noi non facciamo clonazione "riproduttiva". Ma l'embrione non è già un essere umano "riprodotto"? Perciò quella giustificazione significa soltanto: Non c'è da preoccuparci perché noi uccidiamo subito il figlio, appena concepito, senza lasciarlo crescere più di 14 giorni.
Insomma: l'uomo comincerebbe ad essere tale non quando si forma il suo patrimonio genetico ma solo dopo aver superato alcune soglie in verità totalmente artificiali e di comodo che via via vengono proposte: se non sono i 14 giorni della formazione del primo foglietto neuronale sono i 4-5 giorni dell'impianto, e così via.