Ma i politici (a cosa) pensano?

Fonte:
CulturaCattolica.it
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“Non è un dogma di fede bensì una constatazione scientifica che la vita umana, unica, individuale e irripetibile, esiste a partire dal concepimento: dal momento in cui, con la fecondazione dell’ovulo, si realizza la completa identità cromosomica, non vi è alcuna differenza che non sia di peso e di età fra il nascituro e il nato e l’adulto. Negare l’umanità del concepito non significa essere ‘laici’: vuol dire chiudere gli occhi di fronte alla realtà; peggio: equivale ad aprire la porta al nuovo totalitarismo”.

“Un Parlamento che intenda assumere fino in fondo le sue responsabilità non può più assecondare acriticamente il trionfo della tecnica, né stendere tappeti alla sperimentazione senza limiti, ma deve preoccuparsi di aiutare in concreto l’uomo e la donna che soffrono, fissando precisi paletti normativi per far sì che il progresso scientifico non sia antitetico alla persona”.

“Quando si consente la crioconservazione e la distruzione degli embrioni soprannumerari, non è ammissibile mediare fra chi rifiuta queste pratiche e chi le desidera magari per trovarsi a metà strada con la fissazione di un tetto massimo di embrioni da congelare: è possibile, in nome del compromesso, cedere sulla vita anche di un solo essere umano?”.

Ci credereste? Queste affermazioni le ha fatte proprio l’onorevole Fini (Corriere della Sera, 31 maggio 1999), che qualche giorno fa ha esplicitamente comunicato il suo intento di votare tre sì e un no all’eterologa.
Eppure ha firmato la legge 40 insieme anche all’on. Bindi, (che ora scopre la smania partecipare alla consultazione referendaria), e a molti rappresentanti dell’opposizione che hanno votato e approvato secondo coscienza una legge che pone un limite alla sperimentazione selvaggia.
E non diversamente da loro si sono pronunciati per il voto al prossimo referendum anche il vice coordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto e Viviana Beccalossi, componente della direzione nazionale di An e numerosi altri.
C’è solo da chiedersi se questi illustri nostri rappresentanti sappiano cosa è coerenza, o se i loro pronunciamenti e le loro scelte siano determinati dalle conseguenze sull’elettorato.
Di certo perderanno il voto dei cattolici… ma non è credibile che i seguaci di Pannella, di cui potrebbero guadagnarsi il voto alle prossime politiche, siano più numerosi dei tanti cattolici che hanno a cuore la sacralità della vita.
Passi Prodi, i cui trasformismi e le cui acrobazie sono inferiori soltanto al mitologico Proteo, e che ormai resterà segnato da quella infelice battuta sul “cristiano adulto” che pare ignori sicuramente il significato di cristiano, che è il seguace di Gesù Cristo, presente nella Sua Chiesa, e non nella sua testa.
Ma che anche chi ha votato responsabilmente questa legge ora faccia marcia indietro mostrando di subordinare la difesa della vita a dei calcoli elettorali… è davvero di una gravità inaudita!
Un normale cittadino può ignorare che la Costituzione dice che un referendum è valido solo se si raggiunge il 50% +1 (il che comporta anche il non raggiungimento del quorum senza violare la Costituzione) ma loro sono i rappresentanti arrivati in Parlamento con i nostri voti e sanno benissimo che l’andare a votare coincide con la vittoria del fronte del sì, comunque votino, anche se consegnassero la scheda bianca.
Decisamente questi rappresentanti così poco coerenti non meritano il nostro voto non solo di laici, ma anche di cattolici che hanno a cuore la vita umana e che sono in comunione con la Chiesa e con il nostro papa Benedetto XVI; che, anche da prefetto per la congregazione della fede, si era espresso a difesa dell’embrione umano scrivendo nella Nota dottrinale su cattolici e politica del 2002 in modo inequivocabile:
“Quando l’azione politica viene a confrontarsi con i principi morali che non ammettono deroghe, eccezioni o compromesso alcuno allora l’impegno dei cattolici si fa più evidente e carico di responsabilità. Dinanzi a queste esigenze etiche fondamentali e irrinunciabili, infatti, i credenti devono sapere che è in gioco l’essenza dell’ordine morale, che riguarda il bene integrale della persona: E’ QUESTO IL CASO DELLE LEGGI CIVILI IN MATERIA DI ABORTO E DI EUTANASIA (da non confondersi con la rinuncia all’accanimento terapeutico, la quale è, anche moralmente, legittima) CHE DEVONO TUTELARE IL DIRITTO UMANO ALLA VITA A PARTIRE DAL SUO CONCEPIMENTO FINO AL SUO TERMINE NATURALE. [Maiuscolo della sottoscritta]. Allo stesso modo occorre ribadire IL DOVERE DI RISPETTARE E PROTEGGERE I DIRITTI DELL’EMBRIONE UMANO”.

Tornando ai nostri rappresentanti vorrei lanciare un appello, in particolare all’onorevole Fini che, in epoca non sospetta, riusciva ancora da laico a difendere le ragioni della vita, affinché riflettano sul fatto che dalle loro decisioni personali, sbandierate ai quattro venti solo per motivi elettorali, può dipendere la sorte di milioni di embrioni che non hanno possibilità di difendersi.