Perché, o uomo, non ti ricordi?

La clonazione: a proposito di Antinori
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CulturaCattolica.it ©
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Quest'anno l'estate del panorama scientifico si è aperta con l'annuncio-bomba del prof. Severino Antinori di essere intenzionato a dare a 200 coppie sterili un bambino clonato.
Di fronte a questa notizia non si può rimanere indifferenti.
L'intenzione non è quella di giudicare il professore, la sua decisione è già stata valutata dalla comunità scientifica come estremamente avventata, perché tutto si risolverebbe in aborti spontanei, dovuti a problemi dello sviluppo embrionale, e in nascite di bambini malformati destinati a morire, o , per i più forti, a sopravvivere con gravi problemi di salute.
Vorrei cercare, invece, di dare un giudizio su ciò che sta accadendo al cuore dell'uomo, e la storia è testimone delle tragedie che avvengono quando ciò succede: sta perdendo la "memoria", non si ricorda più di "che cosa " è fatto e "da chi" è fatto.
E allora la domanda di felicità che ha scritto dentro di sé, cerca risposta nella propria capacità di "creare" una realtà a propria immagine e somiglianza, e quindi, per definizione, finita e limitata.
Non si ricorda che lui è stato fatto per "questa" realtà, e viceversa, ed è in questa sola che può trovare le risposte alle domande del suo cuore.
Riguardo alla clonazione riproduttiva sono tutti d'accordo nell'ammettere che è ancora presto (non, quindi, che non è lecita…), perché le tecniche usate non sono attualmente sicure e il rischio di far nascere bambini malformati, e quindi difficili da amare da parte della maggioranza, è alto; sono tutti d'accordo anche nell'affermare che è un obbligo morale nei confronti dell'uomo malato proseguire con la sperimentazione sulle cellule embrionali per la "clonazione terapeutica".
E i cosiddetti moralisti che considerano l'embrione come una creatura con tutti i diritti e la dignità di ogni uomo, vengono messi a tacere perché tacciati di non desiderare la salute e il benessere dell'individuo.
Eppure il desiderio buono dell'uomo di ricercare cellule nuove per curare alcune malattie dei muscoli, del cuore, del cervello, trova un tentativo di risposta proprio nella realtà in cui l'uomo è; la sperimentazione sull'utilizzo delle cellule staminali nell'adulto è sulla buona strada; certo, è più faticosa e più difficile, ma è più umana e realista.
Allora nasce forte il desiderio che da questa vicenda che fa parlare tutti, ognuno possa guardarsi nel cuore per recuperare la memoria un po' sopita, ma presente, di quello che ognuno, l'uomo, "è" veramente.