"Distruggere esseri umani? E' un baratto inaccettabile"
La clonazione: a proposito di Antinori- Autore:
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Il presidente della Conferenza episcopale americana Fiorenza: tradita una promessa
"I sostenitori della scienza senza limiti lo considerano un primo passo, e già vogliono andare oltre"
"Il presidente Bush ha riaffermato il suo sostegno per il divieto della clonazione umana e altre politiche che meritano appoggio. Tuttavia, il baratto che ha annunciato è inaccettabile: il governo federale, per la prima volta nella storia, sosterrà la ricerca che si basa sulla distruzione di alcuni esseri umani indifesi, per il possibile beneficio di altri. Questa decisione, comunque venga arginata con limitazioni, permette alle imprese scientifiche della nostra nazione di coltivare il disrispetto per la vita umana".
Non lasciano dubbi queste parole di condanna, espresse del vescovo di Galveston-Houston Joseph Fiorenza, presidente della Conferenza episcopale americana. "Gli studiosi - continua Fiorenza - che vogliono perseguire la ricerca distruttiva sugli embrioni, e i loro alleati in Congresso, hanno già rigettato le limitazioni del presidente, dicendo che interferiscono con la possibilità di trasformare le cellule staminali in trattamenti medici. Quindi la politica di Bush potrebbe dimostrarsi inapplicabile, oltre che moralmente sbagliata, servendo solo a coloro che vogliono una ricerca illimitata sugli embrioni".
Ma perché lavorare sulle cellule già prelevate è moralmente inaccettabile?
Perché non vengono dal nulla. Per ottenerle, qualcuno in passato ha distrutto degli embrioni, e quindi nel processo ha ucciso esseri umani. Noi siamo contenti per le limitazioni imposte dal presidente, ma siamo delusi per una decisione che consente di trarre profitto dall'eliminazione della vita. In questo modo, in sostanza, il governo è diventato complice di chi ha compiuto un atto immorale, che lo stesso capo della Casa Bianca condanna, e ora diventa complice anche di chi sfrutterà a scopi scientifici questo atto immorale.
Alcuni critici temono anche lo scenario dello "slippery slope": una volta varcato il confine morale, sarà impossibile evitare di scivolare fino in fondo. Il senatore Daschle, ad esempio, vuole presentare una legge per togliere le limitazioni di Bush.
Esatto: questo è il pericolo più ovvio. I sostenitori della ricerca sugli embrioni senza limiti considerano questa decisione come un primo passo, e già vogliono andare oltre. Poi c'è la possibilità che le sessanta linee di cellule staminali individuate non siano tutte utilizzabili, e allora gli scienziati chiederanno di prelevarne altre. Se infine ci saranno dei risultati, la pressione per distruggere tutti gli embrioni avanzati dalla fertilizzazione in vitro diventerà enorme.
Eppure la Casa Bianca sostiene che non c'è conflitto morale con l'uso di cellule prelevate da embrioni, la cui sorte è stata decisa anni fa.
Questo lo dicono loro, ma è come sostenere che un reato non esiste più, perché è avvenuto nel passato. Qualcuno ha ucciso embrioni per prendere quelle cellule, e ora non possiamo fare finta di niente.
Gli analisti stanno già studiando l'impatto politico della decisione presa dal presidente, e dicono che potrebbe costargli l'appoggio dei cattolici.
Questo non lo so: io mi occupo della dimensione morale del problema.
Ma durante la campagna elettorale Bush aveva promesso di non finanziare ricerche che richiedono la distruzione di embrioni. La scappatoia delle cellule già esistenti lo salva dall'accusa di aver tradito quell'impegno?
La Casa Bianca pensa di sì, e forse anche il presidente si è convinto di non aver rotto la sua promessa. Ma noi non siamo d'accordo.
Come risponderete alla sua decisione?
Speriamo e preghiamo che il presidente Bush torni alla sua posizione di principio, contro il trattamento di alcune vite umane come oggetti da manipolare e distruggere a fini di ricerca.