Ritanna Armeni - Il secondo piano - 1- Il tempo e la storia
L’Autrice ha scritto nella Postfazione del libro di essersi particolarmente interessata, confrontando testimonianze orali e fonti storiche, alla storia di monasteri e conventi presenti a Roma negli anni 1943-44 e di essere venuta a conoscenza della storia di una religiosa francescana e delle sue consorelle vissute in un monastero di via Poggio Moiano dove nelle stanze del secondopiano un tempo erano stati nascosti degli ebrei.
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Il tempo e la storia
Il romanzo “Il secondo piano” della scrittrice Ritanna Armeni inizia ricordando una delle pagine più tristi della nostra storia: quella in cui sulla corazzata Nelson, Badoglio ricevette da Eisenhower la notizia della decisione di procedere con i bombardamenti a tappeto che dal 29 settembre 1943 avrebbero colpito l'Italia e Roma in particolare, la Città del Vaticano esclusa.
Su un tavolo era stata stesa, sotto gli occhi del capo del governo italiano, la cartina geografica della Città Santa, dove cerchi grandi e piccoli indicavano con segni rossi marcati e sparsi ovunque chiese, basiliche, istituti, conventi e associazioni. E Badoglio constatava che “A Roma non c’era
quartiere, strada in cui la Chiesa non fosse presente, e non era possibile distinguere la capitale sacra da quella profana ”che non poteva essere risparmiata dai bombardamenti indiscriminati e dove in numerosi istituti e conventi avevano trovato rifugio migliaia di ebrei.
Postfazione
L’Autrice ha scritto nella Postfazione del libro di essersi particolarmente interessata, confrontando testimonianze orali e fonti storiche, alla storia di monasteri e conventi presenti a Roma negli anni 1943-44 e di essere venuta a conoscenza della storia di una religiosa francescana e delle sue consorelle vissute in un monastero di via Poggio Moiano dove nelle stanze del secondo
piano un tempo erano stati nascosti degli ebrei.
E aveva deciso di mettere per iscritto quella storia di resistenza, carità, e fede.
”Una storia vera - commenta l’Autrice - una delle tante di cui non c’è traccia nella storia ufficiale, che ho intrecciato in un romanzo senza inventare nulla... Il ruolo svolto dai conventi per accogliere e nascondere gli ebrei durante l'occupazione nazista è stato importante ma se ne è sempre parlato
in modo marginale”.
Come cronista aveva approfondito l’argomento grazie ai testi che avevano documentato quelle vicende fornendole il materiale storico presente nel libro e lo svolgersi di anni cruciali per la nostra storia.