Richard Stengel, Padroni del destino. La passione, il coraggio, la libertà. La lezione di Nelson Mandela 1-
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Introduzione
Il 6 dicembre del 2013 i mass media del mondo intero hanno dato la notizia della morte di Nelson Mandela, leader storico del Sudafrica, insignito del Premio Nobel per la Pace nel 1993, primo presidente di colore eletto nel 1994, uno dei grandi protagonisti della scena politica internazionale degli ultimi decenni.
Tutti noi abbiamo appreso con dolore la notizia e i leader mondiali hanno espresso il loro cordoglio sincero per quell’uomo che ha sconfitto l’apartheid dopo una vita dedicata alla vittoria della libertà nel suo paese, alla promozione dell’antisegregazionismo, alla non violenza.
Il Papa ha pregato “perché l’esempio dello scomparso presidente ispiri generazioni di sudafricani nel mettere la giustizia e il bene comune al primo posto delle loro aspirazioni”, e allo stadio di Soweto (1) innumerevoli sono state le commemorazioni ed espressioni di stima e ammirazione pronunciate nei suoi riguardi da famigliari e amici, da personalità religiose e politiche come l’arcivescovo Tutu, Obama, Cameron, Hollande e Letta, intellettuali e giornalisti che per giorni hanno ricordato la figura del grande leader scomparso, ripercorrendone la vita, le battaglie, la carcerazione, i successi.
Perché ricordarlo
A distanza di mesi, per Cultura Cattolica, abbiamo pensato di proporre la sua figura, attraverso il libro di Richard Stengel (2) Padroni del destino. La passione, il coraggio, la libertà. La lezione di Nelson Mandela (3).
Quando infatti i riflettori si spengono sui grandi personaggi celebrati dai quotidiani e dai mass media, subentra il tempo della riflessione attenta, della ricostruzione del profilo nascosto, della coscienza della eredità lasciata e la pagina scritta favorisce sempre questo lavoro sugli altri e su di noi, potendo meglio ordinare i dati, pacatamente comprendere gli avvenimenti, portare alla luce i motivi dell’agire. Per capire cosa ha fatto e lasciato un uomo è sempre il confronto fra la nostra e la sua umanità che convince, che trattiene l’insegnamento, che trasforma la testimonianza di uno solo in ricchezza di tutti.
Il libro e l’Autore
Le prime pagine del libro sono volutamente provocatorie: Nelson Mandela è presentato come l’uomo dalle mille contraddizioni: generoso e parsimonioso, incapace di nuocere a un grillo ma comandante delle forze armate dell’ANC, definito dall’Autore del testo come l’ insieme di un sovrano africano e di un aristocratico inglese, cordiale e affabile con gli sconosciuti e freddo con chi gli stava vicino, cerimonioso in pubblico, rozzo in privato.
Come faccio a sapere tutto questo? scrive lo Stengel e spiega: Ho collaborato con Mandela alla sua autobiografia. Ci abbiamo lavorato per circa tre anni e durante questo periodo l’ho visto quasi ogni giorno… Con lui ho partecipato a campagne politiche, sono andato a incontri di negoziazioni e trattative diventando la sua ombra. La sua presenza era preziosa, luminosa, ti faceva sentire migliore, più buono… Quando si passava del tempo al suo fianco si era consapevoli di vivere la storia così come stava per realizzarsi... Questo libro vuole essere sia un ringraziamento per l’affetto e per il tempo che mi ha dedicato, sia un dono per tutti coloro che non hanno potuto godere in prima persona della sua generosità e della sua saggezza. (op. cit. pag.19)
La collaborazione dell’Autore, (pubblicista e scrittore, attualmente sottosegretario di Obama) con l’uomo di Stato è avvenuta quasi per caso: l’editor di Mandela aveva letto uno scritto dello Stengel su un villaggio sudafricano e gli offrì l’opportunità di aiutarlo a scrivere la sua autobiografia. Così è iniziato nel 1992 fra i due quel rapporto quasi quotidiano durato tre anni durante i quali lo scrittore appuntava impressioni, giudizi e osservazioni che maturavano in lui stando a contatto con Nelson e che sarebbero confluite nel testo che presentiamo.
Non aspettiamoci però l’esposizione ordinata della vita del leader (che possiamo trovare negli articoli che sono stati scritti e nei manuali di storia). L’Autore riunisce in modo del tutto personale e originale nel testo gli episodi che a suo parere meglio spiegano la complessità del personaggio, evidenziandone ora la serenità e la calma da tenere in ogni frangente, ora la passionalità e la decisionalità di un temperamento forte e battagliero, ora l’azzardo delle scelte solitarie accompagnato dalla paziente ricerca del dialogo, e sempre la fedeltà ai principi per lui irrinunciabili e la disponibilità a vedere il bene nell’altro, accordandogli credito e rispetto. E il racconto di ciò che succede dal 1992 in avanti è accompagnato da continui flash back e richiami alla infanzia del leader, alla sua giovinezza e soprattutto agli anni della carcerazione, che hanno plasmato e trasformato l’uomo di un tempo.
Come ha detto Claudio Magris nell’articolo scritto sul Corriere della sera il giorno successivo alla sua morte:
Non è vero che il nostro tempo abbia perduto il senso dell’eroico, come lamentava Borges parecchi anni fa in uno stupendo racconto. Forse l’ha perso nella letteratura, ma non nella realtà, nella vita, che contano molto di più. Le cronache parlano soprattutto di mascalzoni, corrotti e vigliacchi, ma è incredibile il numero di persone, note e soprattutto ignote, capaci di affrontare strenuamente le difficoltà e le tragedie più crudeli, persone capaci di resistere alla violenza, alla paura, alla fame, alla tortura; di lottare per la libertà e la giustizia o anche solo per la sopravvivenza quotidiana, che esige tanto coraggio. Mandela è, sotto ogni profilo, un eroe.
Vediamo dunque assieme chi era quest’uomo e soprattutto come si sia verificata quella trasformazione che l’ha portato a passare da fautore convinto della lotta armata a sostenitore della non violenza e tessitore instancabile di rapporti di collaborazione col governo istituzionale.
NOTE
1) Nel 1963 entrò ufficialmente in uso il nome Soweto per riferirsi all'agglomerato delle township nella parte sudoccidentale della periferia di Johannesburg.
2) Richard Stengel pubblicista, scrittore e dal 2013 sottosegratario di stato per la comunicazione e la diplomazia presso il dipartimento di stato di Obama.
3) Richard Stengel, Padroni del destino. La passione, il coraggio, la libertà. La lezione di Nelson Mandela, Rizzoli collana Saggi, 2013.