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Markus Zusak, La bambina che salvava i libri

Autore:
Clericetti, Anna
Fonte:
CulturaCattolica.it
Sperling Paperback Euro 11,50
Lo scrittore australiano Markus Zusak si è ispirato alle vicende vissute dai genitori durante il nazismo per questo libro, tradotto in 35 paesi e osannato come strepitoso caso editoriale.

Germania 1939, anni crudi del nazismo.
Liesel Meminger, una bambina pallida ed affamata di nove anni attraversa la campagna invernale sul treno per Monaco. Sua madre vuole salvarla dalla guerra e dalla denutrizione affidandola ad un'altra famiglia. Del padre sappiamo solo che è un Kommunist.
Durante il viaggio il fratellino Werner muore e viene sepolto nella terra innevata. Dalla sua tomba in mezzo al ghiaccio la bambina raccoglie un libriccino nero Il manuale del necroforo sul quale poi imparerà a leggere. Non rivedrà più sua madre.

La nuova casa si trova a Molching, sobborgo di Monaco in via del Paradiso.
I genitori sono gli Hubermann che hanno già due figli grandi.
Rosa, burbera e aggressiva, per guadagnare lava e stira i panni di cinque famiglie facoltose, ma è seria e ha cuore. Hans, sereno e dolce, imbianchino, suona la fisarmonica, mastica sigarette dopo averle arrotolate; e non si è mai iscritto al Partito Nazista.
All’inizio la bambina non vuole lavarsi, soffre di incubi e bagna il letto, poi comincia a chiamarli papà e mamma. Con Hans impara a leggere in cantina guardando le iniziali dell’alfabeto tracciate con la vernice, con Rosa consegna la biancheria. Frequenta la scuola e si fa degli amici di strada.
La tecnica della narrazione premette ad ogni capitoletto l’anticipazione del contenuto da narrare: padri, madri, vincenti e perdenti si inseriscono nei luoghi e nei colori, le nuvole sfumate o i filari di mele sono coperti dal grigio colore dell’Europa.
Con cuore di bambina Liesel è consapevole delle parole della guerra come svastica e Heil Hitler, vede i vessilli e le uniformi , le marce dei soldati nel fango, gli anziani richiamati per ingrossare l’esercito, gli amici brutalmente arruolati, i roghi innalzati per distruggere tutto ciò che non esalta il Führer con la sua retorica propaganda contro ebrei e comunisti.
Dai roghi Liesel strappa qualche libro, ne legge altri, è la bambina che salva i libri, ladra e scuotitrice di parole, in cui umanità e affetto sopravvivono.
Durante i bombardamenti si nasconde nei rifugi sotterranei e legge brani di romanzi e racconti ai vicini fino alla sirena del cessato allarme. Li vuole distrarre durante le nevi di Stalingrado dalla disperazione della guerra.
Liesel cresce, distribuisce la biancheria al posto di Rosa, e questo le permette di conoscere meglio le persone. In particolare la colpisce la moglie del sindaco, Ilse Hermann, alla quale è morto per il freddo il figlio di 18 anni, durante la prima guerra mondiale. E’ lei che le fornisce tanti perfetti libri da leggere e toccare, che appartenevano al ragazzo.
Alla fine del racconto la via Paradiso viene rasa al suolo dalle bombe e tutti muoiono nel sonno, tranne la bambina rifugiata in cantina a leggere e scrivere. Il suo dolore è immenso, non vorrebbe più vivere, sopra di lei il cielo è lavato come un lenzuolo imbrattato di sangue. Ilse l’aiuta a ricominciare, accogliendola nella sua casa.

A questo punto ci viene svelato che è la Morte che si confessa e narra, come se fosse una persona, di come il tappeto della vita bruscamente viene strappato dai piedi di ciascuno. E’ la Morte che falcia e raccoglie migliaia di anime.
Nel 1943 era praticamente dovunque. Ma stima l’uomo per la capacità che ha di rialzarsi anche barcollando col volto inondato di lacrime. Paradosso, sconcerto e pietà animano questa Morte perché non capisce come nell’uomo possano fondersi bellezza e brutalità. L’uomo rimane per lei un mistero che la perseguita. Conserva comunque le storie più belle e la storia della ladra di libri è una di queste.

Liesel muore a 85 anni a Sidney in mezzo alla sua famiglia, pacificata.
La Morte rivela alla sua anima di aver scritto la storia della vita di una bambina, ladra di libri.

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