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Marija Judina più della musica 3 - Nascita di una nuova stella

Curatore:
Leonardi, Enrico
Fonte:
CulturaCattolica.it
"Il più vivido e istruttivo esempio per gli allievi della Judina fu per tutta la vita lei stessa, la statura della sua personalità, così densa di pensiero, scintillante di novità, traboccante di apertura umana. Era un centro etico e insieme intellettuale che attirava a sé moltissime persone".

Le nuove amicizie e i grandi ideali
Nevel si presentava nei primi anni del ‘900 e soprattutto dopo gli eventi rivoluzionari, un centro culturale particolare. Lì erano confluiti rappresentanti insigni della intellighenzia di Mosca e Pietroburgo, fuggiti dalla dittatura e dalle persecuzioni. Si potevano ancora tenere, in città, corsi pubblici di religione, letteratura, filosofia e il giornale "Il martello" pubblicava eventi culturali, dibattiti, saggi, assicurando, anche se ancora per poco, un reale spazio di informazione e di dialogo.
Nella bella palazzina del dottor Judin, con enormi finestre affacciate sulla fortezza di San Pietro e Paolo e un balcone sulla Neva, si svolgevano vivaci serate nelle quali si alternavano gli amici di Maria: scrittori, filosofi, teorici di estetica e letteratura come Bachtin e Lev Pumpjanskij e di tutti loro abbiamo notizie grazie alle pagine scritte nel Diario di Nevel 1916-1918, una delle fonti più importanti per conoscere la vita e pensiero di quegli anni.
Lev in particolare era uno dei vivaci animatori degli incontri culturali della cittadina e la giovane artista non poteva resistere al suo fascino seducente. Per lui batteva forte il cuore della diciottenne e Lev veniva scelto da Marija come padrino di Battesimo .

Leggendo le descrizioni degli incontri e delle lunghe passeggiate animate da discussioni, colpiscono la vivacità intellettuale di tutti questi giovani, che spazia dalla letteratura alla filosofia, l'entusiasmo nel comunicarsi e comunicare le loro conquiste teoriche e sociali, il desiderio della libertà per la loro amata terra, e soprattutto la comune ricerca della verità, vero fondamento della loro unità.
Cultura, passione per la bellezza, responsabilità morale, ricerca della verità li muovono e fondano la loro unità.
Nulla di meno si deve chiedere alla vita, almeno fino a quando la morsa del regime non li raggiungerà.
Sono i veri eroi di quegli anni terribili.
Nel 1919 la Judina riprende gli studi al conservatorio e contemporaneamente frequenta i corsi universitari di storia e filosofia a Pietroburgo. Indimenticabili le descrizioni del clima solidale e festoso in cui, in quegli anni, vivevano immersi docenti e giovani allievi.
In questi spazi e orizzonti di tensione culturale e morale si formava la personalità della grande artista.

Gli studi filosofici e il diploma.
Il diploma con medaglia d'oro a Pietroburgo arriva per l'artista a coronare anni di studio e intenso lavoro nel ‘21.
Come ricorda la Drozdova: "Maria Judina si conquistò rapidamente la fama di insigne musicista e insegnante” (Drozdova, pag. 33)
Sui giornali presto si parla di una “nuova stella” apparsa sul palcoscenico mondiale, una delle più promettenti rappresentanti del panorama pianistico del tempo. Sale da concerto e platee vengono conquistate.
Spiega la Drozdova: “La peculiarità, forse e l'unicità della sua strada consiste nel fatto che l'arricchimento del bagaglio degli strumenti artistici a sua disposizione, il formarsi del suo stile di interprete, avvengono elaborando idee assunte da altre sfere della cultura, grazie alla precoce acquisizione del contenuto filosofico ed etico della musica, più che sulla scorta di un assiduo lavoro su uno strumento come tale o di sforzi volti a risolvere problemi tecnici di esecuzione. Questo è il fenomeno della sua personalità, in cui si intrecciano in una feconda interazione creativa tutti i suoi interessi e passioni, traducendosi in un’interpretazione irripetibile, profondamente originale” (Drozdova, pag. 24)

L’attività pedagogica e gli allievi
Contemporaneamente si segnala per la sua attività pedagogica e al termine del secondo anno di scuola, nel giugno del ‘23, ottiene il titolo di professore e l'ammirazione per l'impegno negli studi, la tecnica elegante, la passione musicale comunicata ai suoi allievi.
Ognuno di loro è oggetto di cura particolare da parte di Marija, di paziente studio della loro personalità e potenzialità, di trasmissione di un metodo preciso di studio e di lavoro. E i suoi allievi diventano ben presto gli amici con cui ascoltare e farsi ascoltare, condividere osservazioni metodologiche, esecuzioni, studi sulla posizione delle mani, sul tocco delle dita.
Scrive la Drozdova:
“Non c'è bisogno di dire che il più vivido e istruttivo esempio per gli allievi della Judina fu per tutta la vita lei stessa, la statura della sua personalità, così densa di pensiero, scintillante di novità, traboccante di apertura umana. Era un centro etico e insieme intellettuale che attirava a sé moltissime persone. Ma l'esigenza principale della stessa Marija non era tanto quello di attirare a sé (questo avveniva indipendentemente dalla sua volontà) quanto di andare incontro alle persone, entrare in rapporto con loro, mettersi al loro servizio. E l'attività pedagogica le dava la possibilità di realizzare in misura notevole questa sua esigenza" (Drozdova, pag. 88).
La sua vita si divide fra insegnamento, concerti, incontri con gli amici di Nevel.
Per loro suona fino a tarda notte, godendo della compagnia reciproca, delle appassionate discussioni, ammirando dalle grandi finestre dell'appartamento sulla Neva la vista della fortezza di Pietro e Paolo.
"Quante poesie furono recitate in quell'appartamento, quante lezioni su temi filosofici… - ricorderà in seguito - In quell'ambiente familiare... senza le costrizioni imposte dai limiti di tempo ufficiali dei concerti... suonavo per i miei ascoltatori fino allo sfinimento. Suonavo Bach, Beethoven, un numero infinito di sonate, variazioni, preludi e fughe, musica romantica.” (Parravicini, pag. 33)

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