Marija Judina più della musica 2 - La guerra, la rivoluzione, il Battesimo
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La guerra e l'ebbrezza della rivoluzione
La Prima Guerra Mondiale infuria. Le tensioni sociali in Russia (Nota 1) esplodono. La mancanza di pane, il calo dei salari, il crollo economico portano lo zar ad abdicare e preparano le basi alla grande Rivoluzione d'ottobre socialista.
“Guidati da Lenin i soldati e le guardie rosse occupano la città, l'incrociatore Aurora spara le prime cannonate contro il Palazzo d'Inverno antica Residenza degli Zar sulla Neva. Il governo provvisorio dei menscevichi viene scalzato, si insedia quello dei bolscevichi dominatori incontrastati della situazione. Lenin presidente, Trotskij commissario degli Affari Esteri, Stalin commissario alle nazionalità” (Manin, pagg.72,73).
Il vento della Rivoluzione investe il popolo, gli intellettuali, i giovani. Nel ‘18 la Russia si ritira dal conflitto.
Maria si infiamma per il nuovo clima, non tanto per le tesi marxiste e leniniste, quanto per la partecipazione agli eventi, la mobilitazione con gli amici per un mondo nuovo.
Scrive nel Diario: "Avevo 17 anni. Per le strade si sparava, non si aveva paura di niente, e noi ci davamo da fare per fasciare le ferite e rifocillare gli affamati. Immersa nell'arte, io ero lontano da ogni tematica rivoluzionaria, ma adoperarmi per il popolo era una cosa che mi andava dritta al cuore, mi sentivo nel mio elemento in questo ribollire di pericolo, di creatività e di soccorso offerto, nella misura del possibile, ai sofferenti” (Parravicini, pag.19)
Gli anni tra il 1917 e il 1919 – il Battesimo
Si rende necessario il rientro a Nevel all'inizio del 1918, per assistere la madre gravemente ammalata, che verrà a mancare poco dopo.
Marija continua a studiare e partecipa alla fondazione della prima scuola musicale della città.
Per la Judina sono anni di inesausta ricerca intellettuale e artistica. I suoi maestri di pianoforte, musicisti quali Tejtel’Baum-Levinson, Esinova, Drozdov, Nikolaev contribuiscono in maniera decisiva alla padronanza della tecnica e del suono.
La Drozdova ricorda che "aveva delle mani stupefacenti, scultoree, possenti, con un ampio palmo e dita d'acciaio. Solo mani di questo genere erano in grado di scolpire grandiosi capolavori come le sonate di Beethoven, la fantasia di Schumann, la terza Sonata di Brahms.” (Drozdova, pag. 28)
Ma lo studio dello strumento la porta a nuovi interessi e interrogativi: si dedica alla lettura dei grandi filosofi: Fichte, Schelling, Hegel, i Padri della Chiesa, Sant'Agostino e San Tommaso, Soloviev e Florenskij.
Sì colma progressivamente nel suo pensiero la frattura fra ragione e fede e l'esperienza religiosa è concepita come il porto dove la sua ricerca sembra approdare e il travaglio del cuore placarsi.
Nel settembre 1917 scrive nel suo Diario, con piena consapevolezza e determinazione. ”L’arte è solo un cammino, un anello di congiunzione. Lo scopo ultimo di ogni cammino interiore è la fede… Signore, come desidero la tua luce, come anelo a Te nell’oscurità!... Ieri per la prima volta sono stata alla liturgia. E’ proprio vero, dunque, sto approdando al Cristianesimo definitivamente, lo voglio. E’ la prima volta che entro in chiesa, attendo la grazia di Dio, credo e spero: Signore abbi pietà!" (Drozdova, pag.23)
Dunque stava progressivamente capendo che le sue esigenze spirituali si avviavano a cercare risposta nel Cristianesimo.
Riceverà il battesimo il 2 maggio 1918 nella Chiesa della Protezione della Vergine a San Pietroburgo.(Nota 2)
Questa decisione e questo gesto segneranno profondamente la sua esistenza: lo studio rigoroso dello strumento, le conoscenze filosofiche e letterarie, la dimensione spirituale e religiosa si fonderanno in un unico cammino di aspirazione alla bellezza e al compimento interiore.
Le amicizie, la fede cui Maria si è consegnata, non possono però cancellare le tragedie della rivoluzione, la guerra civile, le vittime della spietatezza del regime, l'eccidio dei Romanov fra il 16 e 17 luglio del 1918.
NOTE
1. Russia fino al 1918 con guerra civile. Dal 1922 al 1991 URSS. Dal 1991 di nuovo Russia
2. San Pietroburgo (traslitterato: Sankt-Peterburg[1]) è la seconda città della Russia per dimensioni e popolazione, con circa 5 milioni di abitanti[2], città federale, il porto più importante del Paese ed inoltre la città con più di un milione di abitanti più a nord del mondo[3]. Fondata dallo zar Pietro il Grande (1672-1725) sul delta della Neva, dove il fiume sfocia nella baia omonima parte del golfo di Finlandia, fu a lungo capitale dell'Impero russo, funzione che perse il 5 marzo 1918.
Il 1º settembre 1914 per volere dello zar Nicola II fu rinominata Pietrogrado e mantenne questo nome fino al 26 gennaio 1924; quando (a cinque giorni dalla morte di Lenin) la città venne ribattezzata Leningrado. Mantenne tale nome fino al 6 settembre 1991, quando ritornò alla denominazione originale.