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Marija Judina più della musica 6 - Un grande amore, la guerra e il dopoguerra

Curatore:
Leonardi, Enrico
Fonte:
CulturaCattolica.it
Un sentimento profondo scalda il cuore di Marija. Si chiama Kirill. Così ce lo descrive la Manin: "E’ giovane, i ricci scuri spettinati, lo sguardo dolce di
un bambino, le mani grandi di un uomo, il sorriso fragile di un vecchio"

Un grande amore
Un sentimento profondo scalda il cuore di Marija. Si chiama Kirill. Così ce lo descrive la Manin: "E’ giovane, i ricci scuri spettinati, lo sguardo dolce di
un bambino, le mani grandi di un uomo, il sorriso fragile di un vecchio" (Drozdova, pag. 148)
Laureato in ingegneria, affascinato dalla bellezza della musica, decide di iniziare a studiare pianoforte, di iscriversi al conservatorio. Lì insegna la professoressa Judina. Mentre suonano Chopin, Marija recita i versi di Leopardi: "Dolce e chiara è la notte e senza vento". "Sentite?-domanda- Leopardi e Chopin sono fratelli nell'anima (Manin, pag. 152)
Kirill regalerà alla professoressa appena conosciuta gli Inni di Novalis.
Sarà un grande amore e poco importano i 15 anni di differenza. Giorni e mesi felici. Si dovranno sposare presto. Lo scialle di pizzo sepolto nel baule fra i ricordi più cari di sua madre la ricoprirà il giorno del matrimonio. Per il bouquet sceglierà dei mughetti profumati, gli stessi che erano ricamati sul pizzo.
Decidono però di trascorrere prima del matrimonio qualche giorno di vacanza nel Caucaso. Kirill si prepara per una escursione in alta montagna di cui era appassionato. Marija non se la sente di seguirlo, troppo impegnative le sue scalate e troppo difficili per lei.
Kirill parte da solo, e Marija non lo rivedrà più. E’ caduto precipitando nel tentativo di salvare i due amici che stavano scivolando.
Il bel sogno è finito. La giovane innamorata non sarà mai sposa e madre.
Da quel momento Marija non si concede riposo. Attraversa la Russia e l'Estremo Oriente instancabilmente con l'esecuzione di concerti nelle sale delle grandi città, nell'alloggio deserto dei suoi amici al confino, per i marinai della marina militare a Kronstadt e per i piccoli scolari di cittadine di provincia.
Ogni concerto viene attentamente studiato per una fedeltà totale allo spartito e una comprensione sempre più profonda del suo autore.
Di Beethoven parla come di colui che "ha scritto per tutta l'umanità, portandosi dentro l'intero universo". Mozart "regala ai suoi ascoltatori come un inestinguibile amore di Dio". La musica contemporanea di Prokofiev e Shostakovich "è un grido dell'umanità sul punto di soccombere".
L’amore alla musica si accompagna alla passione per il canto da camera al quale si dedica dal ‘38 al ‘46 e per la poesia russa nella quale sente vibrare le radici religiose e quelle popolari della sua terra.
Fra gli scrittori da lei amati, occupa un posto eccelso come “il poeta per eccellenza” Boris Pasternak, che resterà legato alla Judina da una lunga amicizia: i loro incontri erano momenti di gioia pura e le sonate di Marija si alternavano alla recita delle poesie e alla lettura delle pagine del Dottor Zivago.
Il loro primo incontro si svolse in modo spassoso. Un giorno si era recata dal grande scrittore una donna vestita in modo trascurato: con scarpe da ginnastica e una camicetta modesta, per chiedergli di tradurre per lei delle poesie di Rilke, perché le sarebbero servite al conservatorio. Pasternak, stupito, aveva risposto divagando, credendo di trovarsi davanti a una stravagante.
Dopo qualche tempo venne trascinato da un amico ad un concerto dove avrebbe suonato una eccezionale pianista e grande fu la sua sorpresa quando riconobbe nella straordinaria artista la donna che poco tempo prima lo aveva interpellato. Si scusò in mille modi assicurandole l’immediata traduzione dei testi del poeta (l’episodio è riportato dalla Drozdova, pag. 122).
Il Movimento del Dissenso avevano fatto propri i suoi scritti vietati dal regime, e circolavano clandestinamente passati di mano in mano, letti con passione il giorno del funerale dello scrittore, sfidando i divieti e le minacce delle autorità.

La guerra
I carri armati tedeschi invadono la Polonia: per la Russia inizia la guerra. Anni drammatici in cui l'armata Rossa subisce perdite gravissime resistendo contro la Wehrmacht e i suoi alleati, fino alla decisiva vittoria di Stalingrado, quando nell'inverno del ‘43 Stalin riesce ad annientare la sesta armata del Reich.
Viveri e medicine attraversano giornalmente clandestinamente i confini e raggiungono, grazie a Marija, Leningrado assediata finché nell'estate del ‘43 non ottiene, caricandosi di medicine e alimenti, di tenere dei concerti nella sua amata città.
Nel ‘44 è assunta come professoressa della cattedra di piano all'Istituto Gnesin e qui dal ‘47 inizia a lavorare con i vocalisti coltivando la sua passione di sempre.

Il dopoguerra
Nel dopoguerra il clima culturale si irrigidisce ulteriormente: ogni posizione sospetta di ideologia contraria al partito è presa di mira: docenti, intellettuali, autori di opere teatrali straniere, compositori decadenti o almeno giudicati tali, quali Shostakovich e Prokofiev, letterati filoccidentali, tutti vengono indiscriminatamente condannati e oltre a loro sono attaccati e arrestati gli ebrei.

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