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Malala Yousafzai con Christina Lamb - Io sono Malala 1 - La mia battaglia per la libertà e la istruzione delle donne

Curatore:
Leonardi, Enrico
Fonte:
CulturaCattolica.it
Il libro presentato racconta la vicenda di una ragazza e delle persone della sua famiglia, che nel cuore dell'Afghanistan hanno testimoniato il valore della libertà, si sono battute per il diritto all’istruzione e alla conoscenza, senza le quali non c’è libertà e non ci si può opporre al male e alla menzogna.

Io sono Malala
di Malala Yousafzai con Christina Lamb
La mia battaglia per la libertà e la istruzione delle donne.
(Relazione a cura di DONATA CONCI)

Questo libro racconta un drammatico episodio avvenuto nel Pakistan 10 anni fa quando, ancora una volta, un innocente è stato perseguitato e colpito dalla furia devastatrice dell’ideologia estremista.
Io sono Malala” è la biografia dell’Autrice pakistana Malala Yousafzai, scritta assieme alla giornalista Christina Lamb. Rievoca i 15 anni vissuti nel suo paese e gli eventi drammatici che l’hanno investita strappandola dalla sua terra.
La vicenda narrata si svolge in una zona particolare del Pakistan nord-occidentale che ci viene descritta nella sua bellezza naturale, ma anche nella complessità della situazione storico-politica compresa fra la fine del1800
e i primi decenni del 1900 segnati da conflitti, persecuzioni ad opera degli estremisti islamici, imposizioni delle ideologie fondamentaliste, violenze.
L’Islamismo, oltre ad aver lambito il mondo musulmano, ancor oggi è presente in Afghanistan, in Africa (Nigeria) e nei Paesi occidentali evolutosi in “jihadismo globale”.
Ma il libro presentato racconta anche, e questo è il suo valore, la vicenda di una ragazza e delle persone della sua famiglia, che nel cuore di questo paese hanno testimoniato il valore della libertà, si sono battute per il diritto
all’istruzione e alla conoscenza, senza le quali non c’è libertà e non ci si può opporre al male e alla menzogna.

Premessa
Attraverso la sua biografia abbiamo cercato di capire il contesto in cui è vissuta, le battaglie che l’hanno resa famosa e il significato delle affermazioni pronunciate a New York alle Nazioni Unite e a Oslo, dove è stata insignita del Nobel per la Pace, a 17 anni.

La vita
"Quando nacqui, nel 1997,la gente del mio villaggio commiseró mia madre e nessuno si congratulò con mio padre. Ero venuto al mondo all'alba, nel momento in cui l'ultima stella sfarfalla ancora una volta per poi
spegnersi, cosa che noi pàshtun (I pashtun  sono un gruppo etnico-linguistico indoeuropeo che abita in prevalenza l'Afghanistan orientale e meridionale e il Pakistan occidentale, nella regione del Pashtunistan) siamo
abituati a considerare di buon auspicio. Mio padre non aveva i soldi per pagare l'ospedale e una levatrice, per cui ad aiutare mia madre c'era solo una vicina di casa; diversamente dalla prima figlia dei miei genitori che era nata
morta io schizzai fuori urlando scalciando. Ma ero una bambina venuta alla luce in un paese in cui, quando nasce un maschio tutti escono in strada e sparano in aria, mentre le femmine vengono nascoste dietro una tenda
perché già si sa che nella vita il loro ruolo sarà semplicemente quello di far da mangiare e mettere al mondo figli... ma mio padre, Ziauddin è diverso dalla maggioranza degli uomini pashtun”.
Mi raccontò che “subito dopo la mia nascita mi aveva guardato negli occhi e si era innamorato di me. E spiegava a chiunque lo stesse a sentire: "so che c'è qualcosa di diverso in questa bambina. Chiese anche agli amici di
gettare nella mia culla frutta secca, dolci e monetine, un'usanza che di solito vale solo per i neonati maschi" (Io sono Malala, pag. 17).
Così si apre il testo.
Il nome scelto per la piccola era quello di Malalai di Maiwand, la Giovanna d’Arco afghana figlia di un pastore pàshtun che assieme ad altre donne si mise alla testa dell'esercito afghano del villaggio di Maiwand nel 1880
portandolo alla vittoria sulle truppe inglesi, in una delle battaglie più importanti della seconda guerra angloafghana. (1)
NOTE
1. La seconda guerra anglo-afghana ebbe inizio nel 1878 e si concluse nel 1880.
Fu la seconda incursione militare inglese in territorio afghano, con l'obiettivo di contrastare l'espansione russa nel paese. Il conflitto terminò con la firma da parte dei due contendenti del trattato di Gandomak, il quale prevedeva il controllo degli affari interni a cura dell'emiro afghano Abdur Rahman Khan, mentre la politica estera restava in mano all'Impero britannico.

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