Io sono Malala 6 - I Talebani e il terremoto del 2005
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Amici
La sera la casa era sempre invasa da amici con cui si parlava per lo più di politica. La situazione era grave: si disapprovava che Musharraf facesse il doppio gioco: dagli americani prendeva soldi e con gli jihadisti si mostrava amico e sostenitore. Nella regione pashtun della Frontiera nord-occidentale le condizioni di vita rimanevano estremamente problematiche e i suoi abitanti vedevano tramontate la pace, la libertà, la sicurezza.
La presenza dei Talebani nella regione era diventata invasiva e minacciosa. Tutti dovevano infatti fare i conti con i fondamentalisti, che reclutavano per strada i giovani perché frequentassero le "madrase", raccoglievano fondi per il loro approvvigionamento, avevano istituito una sorta di "polizia della moralità", attaccavano i cinema e strappavano I manifesti con figure di donne, insultavano I giovani per le loro magliette, obbligavano le ragazze a coprirsi il capo, maltrattavano e picchiavano chi capitava loro a tiro.
Nelle assemblee aperte a tutti Ziauddìn con i suoi amici, nell’incontro con i quali traeva forza e determinazione, reagiva violentemente alla situazione: insisteva nell'opporsi ai nuovi regimi e difendeva la democrazia, la libertà di istruzione e la pace. Denunciava i militanti jihadisti e chiedeva di non piegarsi ai loro dettati.
Con gli amici aveva organizzato il cosiddetto Global Peace Council, che aveva come obiettivo la diffusione degli ideali della pace e dell'istruzione tra la popolazione locale, nessuno escluso.
Inevitabilmente la Kushal School fu presa di mira.
Il Mullah
Proprio davanti all'edificio c'era la casa di un mullah che si proclamava mufti cioè studioso dell'Islam. Spiava ogni mossa dei giovani allievi e soprattutto delle ragazze. Ripeteva che "le ragazze non dovevano frequentare la scuola" e voleva convincere la proprietaria dei locali scolastici ad annullare il contratto. Lui l’avrebbe trasformata in madrasa, e lì sarebbero stati formati soltanto musulmani osservanti. Il rifiuto della proprietaria non lo scoraggiò e ad ogni occasione attaccava Ziauddìn accusandolo di essere un infedele.
Malala ricordava bene gli scontri e le accuse: essendo la casa molto piccola, i figli non potevano non assistere alle visite provocatorie e alle minacce e questo li spaventava. Ma Ziauddin non intendeva rinunciare ai convincimenti di una vita: ragazzi e ragazze dovevano essere istruiti con nozioni di fisica, di letteratura, di storia e di tutte le discipline necessarie alla formazione del loro cuore e della loro mente e dovevano crescere capaci di giudicare e di scegliere liberamente.
Per non inasprire la situazione furono creati due ingressi diversi: uno per i maschi e uno per le femmine, ma il mufti, forte della campagna di islamizzazione lo portò davanti agli anziani per dirimere la questione, ma questi approvarono le decisioni di Ziauddin. e non fecero chiudere la scuola.
Drammatico in queste pagine è lo scontro fra gli episodi di violenza e persecuzione e la determinazione a difendere i valori irrinunciabili di cui si è convinti.
Il Terremoto
Sul poverissimo Swat nel 2005 si abbatté un terremoto che si estese fino a Kabul e Delhi e risultò uno dei peggiori della storia, raggiungendo il grado 7,6 della scala Richter.
Sconvolse la vita di Mingora: interi villaggi circostanti furono distrutti. 6400 scuole crollarono inghiottite dai baratri aperti ai loro piedi, seppellendo migliaia di piccoli allievi. I genitori si spendevano notte e giorno senza risparmiarsi, per soccorrere, scavare, trasportare in ospedale. Anche i ragazzi con Malala cercavano di fare qualcosa: si occupavano dei più piccoli, radunavano gli animali, distribuivano biancheria, cibo.
Dal 2005 i Talebani presero definitivamente il possesso della valle dello Swat.
Furono scarsi gli aiuti americani governativi e ancora una volta furono le bandiere bianche e nere con la sciabola dei gruppi legati all' ISIS a sventolare sui campi profughi mentre molti bambini orfani venivano accolti da Associazioni jihadiste nelle madrase.
Fazlullah li guidava: vietarono i vaccini contro la poliomielite, fecero saltare con la dinamite le grandi statue di Buddha vicino a Mingora e distrussero tutto ciò che era antico e faceva parte della storia e della tradizione della vallata.
Per le strade la sera con gli altoparlanti spiegati si invitava a fare uso di droghe, a smettere di ascoltare la musica, di guardare film e televisori, di ballare. Grossi roghi di libri bruciavano nelle piazze. La polizia volontaria dei Falchi scorrazzava per le strade in cerca di trasgressori e fra le punizioni non mancavano le frustate. Fazlullah alla fine della giornata leggeva a gran voce il nome delle persone che avevano ubbidito alle direttive, elogiandole.
La mattina i corpi dei trasgressori venivano scaricati privi di vita in mezzo alla piazza perché tutti li vedessero andando al lavoro. Squadre di donne allevate nelle madrase spargevano terrore per le strade di Islamabad, ricoperte dal Burka e armate di bastoni.
Come non sentirsi in pericolo? più di un insegnante della scuola dette le dimissioni, non sentendosi in linea con le indicazioni dei talebani. Cambiò foggia anche l'uniforme degli studenti e si raccomandò alle ragazze il velo all'ingresso e all'uscita della scuola.
Quando i terroristi dichiararono apertamente guerra al governo, Musharraf entrò nello Swat con 13.000 soldati. Si preparava una guerra fratricida. Le violenze continuarono e il 27 dicembre 2007 fu assassinata Benazir Bhutto.