Io sono Malala 4 - La prima scuola tra mille difficoltà

"Quella prima scuola era un piccolo istituto primario misto. All'epoca della mia nascita contava da 5 a 6 insegnanti e un centinaio di alunni che pagavano 100 rupie al mese. Papà era maestro, e direttore, lavava i pavimenti, imbiancava, puliva i bagni e spesso si arrampicava sui pali della luce per attaccare i manifesti pubblicitari… Se il motore della pompa ad acqua si fermava, scendeva nel pozzo per ripararlo con le sue mani. La nostra vita era una lotta continua. Una volta pagati gli stipendi non restava granché per comprare il cibo..."
Curatore:
Leonardi, Enrico
Fonte:
CulturaCattolica.it
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© Norman Jean Roy

La prima scuola
Affrontando mille difficoltà e tangenti da pagare ai funzionari corrotti, Ziauddìn si era fatto conoscere nel suo paese per i suoi interventi infuocati in difesa della libertà espressiva e dell'educazione. Per questo era stato nominato preside di un'associazione di scuole private e aveva trovato famiglie disposte a scommettere su queste scuole.
Così riuscì a far partire la Khushal School.
Ma un bel giorno Ziauddìn disse che doveva assolutamente tornare al suo paese e assentarsi per qualche giorno. La verità era che in quel periodo era follemente innamorato di Toor Pekai e improvvisamente aveva deciso di sposarsi e di portare la giovane sposa a vivere nelle due stanze in cui vivevano lui e il suo socio a Mingora.
Le entrate erano scarse e talora vivevano nella miseria più totale, ma non persero mai la fiducia in quello che credevano e facevano.
Fu fronteggiata ogni difficoltà: vendettero anche i braccialetti ricevuti in dono per il matrimonio, e subirono due inondazioni che li impegnarono giorno e notte per portare aiuto e per salvare le sedie e tavoli della scuola e della loro casa, invase dal fango.
Il 12 luglio 1997 nasceva Malala, e da questa data il racconto prosegue mettendo a fuoco la sua storia accanto alla figura del padre.
Malala viene accolta, come abbiamo visto, con grande gioia anche se femmina e un amico socio ripeteva che era la bambina della fortuna, perché dopo la sua nascita la sorte della scuola stava progressivamente migliorando.
“Quella prima scuola era un piccolo istituto primario misto. All'epoca della mia nascita contava da 5 a 6 insegnanti e un centinaio di alunni che pagavano 100 rupie al mese. Papà era maestro, e direttore, lavava i pavimenti, imbiancava, puliva i bagni e spesso si arrampicava sui pali della luce per attaccare i manifesti pubblicitari… Se il motore della pompa ad acqua si fermava, scendeva nel pozzo per ripararlo con le sue mani. La nostra vita era una lotta continua. Una volta pagati gli stipendi non restava granché per comprare il cibo. A casa si vedeva tè verde perché non potevamo permetterci il latte per quello abituale, ma dopo un po' di tempo il bilancio della scuola raggiunse il pareggio” (pag. 53)
La scuola era aperta a tutti indistintamente, anche ai più poveri.
“Il fatto di far mettere gratuitamente dei bambini poveri non comportava solo che la scuola rinunciasse alle loro quote di iscrizione. I genitori più ricchi ritirarono i loro figli quando si resero conto che erano finiti in classe con i figli e le figlie di persone che facevano le pulizie nelle loro case o rammendavano i loro abiti. Pensavano fosse una vergogna per loro ragazzi mescolarsi con i figli di famiglie povere. La mamma diceva che quei bambini avevano difficoltà ad imparare perché a casa non mangiavano abbastanza: e così alcune ragazzine cominciarono a venire a far colazione da noi” (pag. 75)
E questa passione per il destino e la libertà dell’altro e di ogni uomo, la sua cura e preoccupazione educativa sono i temi che attraversano il libro.

Ziauddin mediatore
A Mingora Ziauddin era stimato oltre che per il suo coraggio, anche per la sua saggezza.
Più di una volta era stato chiamato a dirimere controversie, a mettere pace fra i contendenti, a trovare accordi.
E, accanto alla vicenda personale dell’Autrice, nel libro troviamo osservazioni coraggiose riguardanti i feroci conflitti esistenti fra i diversi clan dei Pashtun, spesso rivali e nemici fra loro da generazioni (conflitti che talvolta si risolvevano cedendo giovani donne di un clan in mogli ad anziani e vecchi del clan nemico) e l’alto livello di corruzione di politici e funzionari, presente nella società, per cui ad esempio, se si voleva ottenere qualche permesso, licenza o vantaggio di vario genere si doveva ricorrere alle tangenti e a conoscenze particolari.
Chi si rifiutava di farlo come Ziauddin pagava di persona, con permessi che non arrivavano, autorizzazioni negate.