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"Il treno dei bambini" 5 - L'arrivo - Due solitudini si incontrano

Curatore:
Leonardi, Enrico
Fonte:
CulturaCattolica.it
Il registro scorre e quando tutti se ne sono andati solo Amerigo resta seduto "con le scarpe strette e la tristezza nella pancia" perché la coppia cui era stato assegnato ha avuto dei problemi e non si è presentata.
Ma Maddalena non demorde...

Parte seconda - L'arrivo

Grandi striscioni, bandiere e canti accolgono i nuovi arrivati che, alla stazione di Bologna, appena scesi dal treno, vengono rifocillati con salami, formaggi e pane. Poi devono sedersi su lunghe panche dove le famiglie dell'Alta Italia prendono in consegna i bambini che si sono offerti di accogliere.
Il registro scorre e quando tutti se ne sono andati solo Amerigo resta seduto "con le scarpe strette e la tristezza nella pancia" perché la coppia cui era stato assegnato ha avuto dei problemi e non si è presentata.
Ma Maddalena non demorde. Eccola che parla a voce bassa con una signora con la gonna grigia che dopo poco si presenta: "Mi chiamo Derna" e con lei Amerigo si allontana ed esce dalla stazione per andare a prendere la corriera per Modena.
Derna è una donna buona, non sposata, ma disposta a farsi carico di quel bambino rimasto solo nello stanzone, anche se di bambini se ne intende poco.
Non sapendo bene come comportarsi, dopo averlo messo a letto, Derna vorrebbe consolarlo e non lasciarlo solo. Un po’ titubante si avvicina ad Amerigo: "Ti canto una ninna nanna? - A me le Ninne Nanne mi fanno venire la tristezza nella pancia ma non glielo dico. Sì – dico con gli occhi chiusi e un piede attaccato alla sua gamba.
La signora ci pensa un poco e poi inizia a cantare la canzone che ho sentito quando siamo arrivati alla stazione, dove ogni due minuti dicono Bella ciao ciao ciao. Quando finisce resto in silenzio per un po' e poi domando: Signò, vi danno fastidio i miei piedi freddi sulle gambe? Neanche un po', fiolét, neanche un po'. E finalmente piano piano, torna il sonno
.”(pag.77)

Due solitudini si incontrano.
Derna vive sola, non ha figli e si è dedicata interamente al sindacato. Non si era proposta per ospitare“un bambino dei treni”, non potendo offrire un ambito famigliare con una figura paterna e dei bambini, ma appena Maddalena le chiede di prendersi cura di quel piccolo rimasto solo, subito aderisce.
Amerigo ha lasciato la mamma, gli amici, i suoi vicoli ed ora è solo, ma il suo cuore è semplice. Va incontro e accetta la realtà così come si presenta ed è capace di chiedere e dare amore a chi gli è vicino.
Non sappiamo se nella realtà si possa essere realmente verificata una situazione come quella descritta, ma sicuramente in quegli anni e in quegli affidi si sono dovuti incontrare adulti aperti al bisogno, con tutte le incognite che ne derivavano (Cosa significava un bambino in più in casa? Gli altri figli lo avrebbero accettato senza problemi? Quali le reazioni trovandosi in una città e in un ambiente tanto diverso?) e bambini che affrontavano il dramma del distacco (Come sarebbero stati accolti? Chi erano quegli sconosciuti con i quali convivere? Come sarebbero continuati i rapporti con la famiglia d’origine? Quanto sarebbe durata la lontananza?).
Alcuni di loro, probabilmente, come Amerigo, avranno ricacciato le lacrime e cercato di instaurare subito dei buoni rapporti, per altri la nostalgia di casa sarà stata forte, soprattutto nei primi mesi e l’ambientamento difficile.

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