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Gandhi - La mia vita per la libertà 9 - Terzo viaggio in Sudafrica - La Peste nera

Curatore:
Enrico Leonardi
Decise di spogliarsi dei beni superflui e di spendere ogni risparmio per opere di bene. Applicava sempre di più i suoi ideali e, come leggiamo: ”la presa di coscienza religiosa stava assumendo nella mia vita quotidiana un’importanza via via crescente”
Foto: iStock

Terzo viaggio in Sudafrica - arrivo a Durban 1902 - Indian Opinion 1904
A Johannesburg inaugurò il suo nuovo studio legale per sostenere i diritti spettanti agli emigranti indiani nel Transvaal, e contemporaneamente frequentava gli amici cristiani e teosofisti (la teosofia è una teoria del XIX secolo, in un sistema sincretico di elementi cristiani, orientali, filosofici, spiritisti, assume la possibilità di un contatto diretto con la divinità), riflettendo sui concetti di uguaglianza e fratellanza.
E tutto il suo stile di vita stava cambiando: aveva iniziato le grandi campagne non più legali ma di diffusione della pratica dell'attivismo non violento con il motto satyagraha o forza della verità e negazione di ogni forma di violenza.
Una vita improntata a questo principio e quindi più libera, ispirata ad ideali di sacrificio, di semplicità, di passione per il vegetarianismo divenne la aspirazione di Gandhi, per sé e per il suo popolo e ciò gli stava a cuore più della creazione di un’India indipendente. Non era questo infatti il suo primo obiettivo, ma l'inevitabile presupposto al pieno rispetto della crescita e libertà di ogni uomo e in primis dei suoi confratelli.
Decise di spogliarsi dei beni superflui e di spendere ogni risparmio per opere di bene. Applicava sempre di più i suoi ideali e, come leggiamo: ”la presa di coscienza religiosa stava assumendo nella mia vita quotidiana un’importanza via via crescente” (pag.203 Testo)
Fu in quel periodo che definitivamente optò per la castità invitando chi lo seguiva a praticarla.
Nel 1904 divenne il responsabile del giornale “Indian Opinion” dalla tiratura di 3500 copie, utile per diffondere le proprie idee circa la situazione degli indiani in Sud Africa e condurre le infinite trattative con Dipartimenti, funzionari asiatici e giudici con cui scontrarsi.

La Peste nera
In quel periodo scoppiò la peste nera e Gandhi e i suoi collaboratori di studio si dedicarono con zelo alla cura dei malati denunciando alle autorità cittadine la grave incuria per i quartieri invasi dal morbo, mentre dedicavano personale e ingenti somme di denaro per difendere la salute dei bianchi. Le sue rimostranze ebbero effetto e gli abitanti del quartiere infetto furono trasferiti altrove e il quartiere contaminato venne dato alle fiamme, per circoscrivere l’epidemia.
In quell’occasione tutti i poveri indiani malati consegnarono a Gandhi i loro soldi e risparmi ed egli si comportò come il loro banchiere di fiducia.
E di episodi come questi di generosità e sacrificio per gli altri sono piene le pagine del libro.

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