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Gandhi - La mia vita per la libertà 7 - Secondo viaggio in Sudafrica 1896

Curatore:
Leonardi, Enrico
A Durban riprese il suo lavoro, cercando sempre di rendersi utile ai suoi compatrioti. “Ma non ero soddisfatto, leggiamo, con tutto il cuore desideravo trovare un lavoro umanitario a carattere permanente”, un contatto più stretto con gli indiani sofferenti.

Secondo viaggio in Sudafrica nel Natal, 1896.
Improvvisamente, un giorno, lo raggiunse un telegramma: a gennaio si sarebbe riaperto il Parlamento. Non poteva abbandonare a se stesso il Sudafrica in previsione delle leggi da approvare e, con moglie e figli si imbarcò per la seconda volta per il Natal, ubbidendo come sempre alle circostanze, così come si presentavano, secondo il volere di chi mutava i suoi progetti e guidava la sua vita.

Tempesta all’arrivo a Durban: opposizione e accuse.
Una tempesta violenta e imprevista aspettava lui e le due navi cariche di indiani che si preparavano a sbarcare a Durban (a sud-est del Sudafrica). Con la scusa della peste i viaggiatori erano stati messi in quarantena e avevano subito minacce e intimidazioni: dovevano tornarsene a casa tutti e in particolare Gandhi e la sua famiglia perché a loro detta, lui "aveva calunniato i bianchi del Natal”.
Scesi dalla nave, una dozzina di uomini lo riconobbero, lo assalirono e lo picchiarono lanciandogli sassi e pietre. Svenuto, fu miracolosamente portato in salvo dalla polizia.
Si travestì da poliziotto per fuggire dagli assalitori e quando la stampa venne a conoscenza del vile assalto, si schierò dalla parte dell’intera comunità indiana, facendo di lui una vittima e un eroe al tempo stesso. Gandhi non volle denunciare nessuno del vile assalto.

Durban: ospedale ed educazione.
A Durban riprese il suo lavoro, cercando sempre di rendersi utile ai suoi compatrioti. “Ma non ero soddisfatto, leggiamo, con tutto il cuore desideravo trovare un lavoro umanitario a carattere permanente”(pag.158 Testo), un contatto più stretto con gli indiani sofferenti.
Così, fra il 1897 e i primi anni del 1900 lavorò come infermiere in un ospedale di carità dove le cure erano gratuite e dove Gandhi si occupava ogni mattina, permettendolo il suo lavoro, della distribuzione delle medicine, e dell’assistenza dei malati.
Accolse anche nella sua casa un lebbroso curandolo e fasciandolo finché non fu in grado di portarlo in ospedale.

Fra il 1899 e il 1902 scoppiò la guerra boera e la profonda lealtà alla dominazione britannica e la speranza di veder concessi gli stessi diritti dei cittadini britannici lo portò a schierarsi al loro fianco organizzando con circa 1100 uomini, dei quali molti indiani cristiani, il soccorso e il trasporto su ambulanze. Il prestigio degli indiani fu molto applaudito.

Le scelte di vita o “esperienze di verità”.
Negli anni in cui era vissuto a Durban nel 1897, la famiglia era costituita dalla moglie, dai suoi due bambini di 9 e 5 anni e dal figlio di sua sorella di circa 10 anni.
Come educarli?
Gandhi si era posto il problema e siccome nessuna scuola lo soddisfaceva, decise di farlo personalmente, cercando un maestro inglese che si doveva attenere alle sue indicazioni, rifiutando quindi le scuole pubbliche e cristiane. Anche questo è citato nel libro come ”esperimento per la verità”.
Non solo si preoccupava della loro educazione, ma si dedicava in vista del parto del suo terzo figlio, a tutto ciò che riguardava la gravidanza, il parto e i primi mesi di vita e fu grazie a queste conoscenze che non trovandosi una levatrice disponibile poté aiutare a partorire la moglie.
Cercava di evitare le eccessive spese della lavanderia, lavando personalmente camicie vestiti e lenzuola; aveva anche imparato a tagliare i capelli a sé e a tutta la famiglia.
Non si parlava di medicine nel caso di malattie e tutti erano rigorosamente vegetariani e gli adulti si astenevano anche dal bere il latte.
Il desiderio di approfondire e migliorare la dimensione interiore del suo spirito era costante e per questo si impegnò nel dominio del pensiero, della parola, dell'azione, della restrizione degli alimenti e della sfera sessuale facendo il voto del Brahmacharya, cioè la salvaguardia del proprio pensiero, del corpo e dell’anima accompagnata dal voto di castità confermato definitivamente nel 1906.

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