Gandhi - La mia vita per la libertà 6 - La questione del Natal e la peste in India

L’accettazione delle circostanze e la sua disponibilità a ciò che Iddio voleva da lui determinarono come sempre il suo futuro.
Curatore:
Leonardi, Enrico
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Colpo di scena: il ritorno rinviato.
Concluso il lavoro in tribunale, Gandhi era pronto per tornare a casa.
Ma, poco prima di partire, l'amico Steth, che ben lo conosceva, gli parlò una sera con calore del divieto imposto per legge agli indiani di eleggere i candidati all'Assemblea legislativa del Natal. Una grave ingiustizia!
Ne nacque una discussione appassionata e accesa e la festa d'addio si trasformò in una riunione di lavoro dove tutti i presenti musulmani gli promisero il loro appoggio se avesse rinunciato a partire per difendere i diritti della minoranza indiana.
L’accettazione delle circostanze e la sua disponibilità a ciò che Iddio voleva da lui determinarono come sempre il suo futuro.

Così la festa d’addio si trasformò in una riunione di lavoro. Proposi di finire rapidamente il pasto e tornarcene tutti a casa, e nella mia testa cominciai a formare un piano per la campagna. Presi i nomi di quelli che erano sulla lista dei votanti e decisi di rimanere un altro mese.
Fu così che Iddio pose le basi della mia vita in Sudafrica e gettò il seme della lotta in difesa della nostra dignità nazionale”(pag. 114 Testo)

Disse: ”Rimango per servire

Sudafrica. Gandhi si stabilì nel 1893 nel Natal (Est Sud Africa).
Per presentare la petizione di annullamento della legge, 10 mila firme vennero in breve raccolte grazie all’attività febbrile di giovani volontari decisi a mobilitarsi per la causa. Il Times ne parlò e la appoggiò.
Subito si intuì che per resistere alla legge riguardante la privazione dei diritti civili non bastava una singola petizione. Occorreva una resistenza nuova, non improvvisata, un soggetto cui tutti gli indiani del Sud Africa potessero far riferimento, strutturato e stabile.
Fu così che l’Autore fondò, imitando il Congresso Nazionale Indiano una organizzazione pubblica a carattere permanente chiamata Congresso Indiano del Natal con Costituzione approvata e sottoscritta il 22 agosto 1894, da migliaia di indiani, con lo scopo di informare gli iscritti dei loro diritti, raccogliere i fondi necessari per le spese, fare propaganda politica, agire con la consapevolezza di essere una presenza incancellabile in territorio africano.
L'abolizione della tassa di 25 sterline ridotta a 3 per opera della battaglia condotta dal Congresso (1894) fu una prima grande vittoria.
Nel testo l’Autore spiega il motivo di tanta dedizione
“Se mi lasciai assorbire interamente dal servizio alla comunità, il motivo era che volevo autorealizzarmi; avevo fatto del servizio la mia religione e sentivo che Iddio si poteva raggiungere solo attraverso quell’opera. E per me servire voleva dire servire l'India perché mi ci ero trovato immerso senza averlo sollecitato, perché vi ero stato portato.
Ero andato in Sudafrica per viaggiare, per guadagnarmi la vita; invece, come ho detto, mi trovai a ricercare Dio e la mia autorealizzazione” (pagg.126,127 Testo)


Ritorno in India 1896. la peste.
Dopo 3 anni di soggiorno africano, nel 1896 chiese il permesso di tornare a casa per pochi mesi. E così fece. Sbarcò a Calcutta dopo 24 giorni e prese il treno per Bombay.

In quel periodo a Bombay era scoppiata la peste e la popolazione era in preda al panico. Gandhi si mise subito a disposizione come era nel suo carattere e nelle sue convinzioni morali per aiutare, istruire sulle norme igieniche, sull’uso corretto delle latrine, sulla pulizia nelle case degli intoccabili, per soccorrere e aiutare. E quando si spostava per rientrare a casa parlava della sua esperienza in Sudafrica spiegando le condizioni di vita degli indiani immigrati, incontrando e discutendo con personaggi come Gokhale e Metha che diverranno i grandi amici della sua vita.