Gandhi - La mia vita per la libertà 11 - Il metodo gandhiano - Hartal e Ashram

Ciò che viveva e proponeva era una dimensione particolare dell’azione: la tensione ai risultati da perseguire attraverso il cambiamento del cuore, la preghiera, la ricerca di ciò che è vero e giusto, la creazione di una comunità nuova, senza caste, senza odi, fondata sul senso religioso.
Curatore:
Leonardi, Enrico
Fonte:
CulturaCattolica.it
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https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/7a/Mahatma-Gandhi%2C_studio%2C_1931.jpg/820px-Mahatma-Gandhi%2C_studio%2C_1931.jpg

Se le vittorie ottenute a Champaran e successivamente ad Ahmedabad erano state essenzialmente sociali negli scopi e negli strumenti, il vero ingresso nella politica attiva avvenne contro la proposta di legge di sir Rowlatt del 1919 che, incaricato dal governo britannico, istituiva pene pesanti e carcere senza appello per chi compisse azioni di contrasto e terrorismo nei confronti dell'impero.
Si formò un fronte comune indiano di opposizione e Gandhi venne riconosciuto unico leader indiscusso per guidare la resistenza e difendere i diritti del suo popolo
Gandhi si mostrava un capo eccezionale per la concezione che aveva delle sue campagne di mobilitazione.
Ciò che viveva e proponeva era una dimensione particolare dell’azione: la tensione ai risultati da perseguire attraverso il cambiamento del cuore, la preghiera, la ricerca di ciò che è vero e giusto, la creazione di una comunità nuova, senza caste, senza odi, fondata sul senso religioso.

Hartal
Decretò un hartal generale cioè una opposizione non violenta che comportasse però scioperi, chiusura di negozi, bazar e laboratori, digiuni e preghiere in tutta l'India. Parteciparono alle manifestazioni milioni di persone compresi i bambini e le autorità inglesi compirono il gravissimo errore di ricorrere alla violenza picchiando e sparando sulle folle.
379 persone furono uccise e più di mille ferite.
Gandhi digiunò, chiese di resistere, ma la situazione gli sfuggì di mano e si scatenarono violenze da parte degli indiani e degli inglesi. Alla fine la legge non fu comunque mai applicata.
Nel 1915 fondò il primo Ashram, cioè luogo comunitario con regole precise di vita, successivamente aperto anche agli intoccabili.
Le Regole erano: Silenzio: per favorire lo studio approfondito e la concentrazione; Semplicità: nell’abbigliamento, nel modo di comportarsi Dieta semplice e vegetariana. Libri: solo quelli inerenti la pratica. Contatti con l’esterno: limitati il più possibile. Rispetto degli altri: dell’individualità, libertà, ruolo ed unicità. Rispetto dell’ambiente e spazi comuni: contribuire alla pulizia dei locali, alla preparazione del cibo e al servizio della comunità. Droga: vietata; Alcol, sigarette, tabacco e bevande eccitanti: vietate. Pratica sessuale: limitata e in alcuni casi vietata.
L'ultimo avvenimento riportato dal libro è la direzione dei lavori di Gandhi nel Congresso di Calcutta seguito dalla sessione annuale di Nagpur del 1920 con 14000 delegati. (pagg.172, 363 Testo).
Si approvò nell'ambito della Costituzione la richiesta della libertà dell'India sotto l'egida dell'Impero britannico se fosse stato possibile, altrimenti al di fuori di esso, si adottò la risoluzione della non-cooperazione su larga scala, l'unità d'azione Indù -musulmana, la liberazione dell'induismo dalla maledizione della intoccabilità, il boicottaggio di scuole, tribunali, prodotti britannici (Gandhi vestiva solo indumenti realizzati con l’arcolaio, khadi, come mezzo utile per contrastare la disoccupazione rurale, dal 1908).
Gandhi fu accusato di sedizione e per tre anni imprigionato fino al 1924, anno in cui divenne presidente del Congresso.