"Domani? Forse!" 8 - I veri amici riaffiorano nella memoria: bilancio di una vita
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:

Gli aiuti
Siamo agli ultimi capitoli del libro e alle ultime sedute dell'Autore con chi lo ha accompagnato e aiutato nel difficile percorso affrontato. E dai ricordi più gravosi si sta lentamente risalendo verso luoghi della memoria abitata da presenze amiche e sentimenti buoni.
Chi ci ha aiutati? Mi chiesi… Chi ci è stato vicino e ci ha nutrito?
La chiesa, il mondo ecclesiastico. Veramente anche questo pare un paradosso, ma rappresenta la verità. Mio padre e altri di sinistra, nel suo momento privato, familiare, sociale e politico più difficile, viene abbandonato dal suo partito e viene soccorso, aiutato, assistito e sostenuto dal mondo ecclesiastico. La Chiesa ci è venuta incontro spontaneamente… Papà aveva avuto modo di aiutare tanti conventi, orfanotrofi e comunità quando dirigeva l'ufficio degli aiuti internazionali. E l'aveva fatto con amore e dedizione e tutta la Curia glielo ha sempre riconosciuto.... I primi a tenerci quasi per mano per tutto il lungo periodo furono i frati Cappuccini.(pag.130)
Il Rettore del Seminario Minore Mons. Scalvini era andato due volte a trovare Mario in carcere e all’ospedale, e ogni mese convocava la famiglia e faceva trovare loro una valigia piena zeppa di viveri che Renzo di 7, 8 anni stentava a sollevare ma con l’aiuto del Rettore riusciva a caricare sulla sua bici.
Padre Fumagalli, gesuita, in inverno procurava alla famiglia legna e carbone per scaldarsi. Altri religiosi pagarono la colonia estiva per Renzo. E grazie a Mons. Scalvini arrivò alle orecchie del vescovo Carlo de Ferrari che il piccolo Renzo alle medie non era molto bravo in latino.
Una volta la settimana il vescovo lo riceveva e, accompagnato da un segretario della Curia, superando tutti i prelati in attesa, entrava in un salottino dove il vescovo lo aspettava per dargli lezione e fargli piccoli regali da portare alla mamma.
Accanto agli aiuti della chiesa ci furono gli aiuti degli amici del papà: chi si occupava di vestirli, chi di fornire loro le scarpe e “Nessuno ci dava gli scarti o i fondi di magazzino!”
Tante persone avevano mostrato una grande generosità e un affetto mai venuti meno negli anni di prigionia del Carrozzini e ora, da adulto, ricomposto il puzzle della sua vita e ritrovato ogni tassello, voleva ricordarle, una per una!
Quei volti e fatti incisi nella memoria lo facevano sentire più in pace e più grato.
Riflessioni
Partendo da una busta ermeticamente chiusa, l’Autore, come abbiamo letto, si è interrogato sul suo passato lasciando che dal buio riemergessero volti e fatti che credeva e forse voleva sepolti per sempre.
E il tempo della memoria personale si è spinto fino alla sua infanzia e ai ricordi più traumatici e dolorosi, quando alle valli liete di Bolzano e Trento si sono sovrapposte le cupe sagome dei portoni inaccessibili delle carceri di Roma e Gaeta.
Lentamente poi il quadro si è completato, aprendosi ai valori che hanno fondato la sua esperienza e la sua vita: la verità vittoriosa sulla menzogna e sull’ingiustizia, la forza del nucleo famigliare, capace di far fronte alle prove più dolorose e ai distacchi prolungati nel tempo e infine la solidarietà e l’aiuto, che superano le differenze ideologiche, e forniscono per 5 anni il carbone in inverno e gli abiti e le scarpe a chi non ha niente.
“Credo di aver compreso di aver varcato le colonne d'Ercole della sofferenza – scrive l'autore nelle ultime pagine – ora potevo veleggiare e navigare in un mare più quieto.
Penso che questa mia esperienza di vita mi abbia reso più sensibile ai problemi, alle pene e alle afflizioni degli altri”.
Questo equilibrio raggiunto e gratitudine provata sono i doni inaspettati del percorso doloroso e difficile che l’Autore ha dovuto compiere per scrivere la storia della sua famiglia e rendere in qualche modo giustizia a suo padre, come aveva annunciato nella Premessa di Domani? Forse!