Dodici, di Giovanni Donna d'Oldenico 1 - Fine del mondo?
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La fine del mondo? Avverrà per un miscuglio di stupidità di pseudoscienziati e di malvagie trame di un potere diabolico, oltre che naturalmente per il volere di Colui che ha dato inizio a tutta la storia dell’Universo.
Giovanni Donna D’Oldenico, medico torinese e padre di nove figli, ha trovato fama di scrittore dapprima con “Polvere” (Effatà, 2000), romanzo storico ambientato nel Seicento, poi con “Giusto” (Marietti, 2006), una storia di san Giuseppe riletta genialmente a partire dalla sua imminente morte.
Ma con “Dodici” il nostro Autore cambia decisamente registro: si tratta infatti di una storia ambientata in un futuro abbastanza lontano, ascrivibile quindi alla “Science fiction”.
Dodici è un numero ricco di risonanze nella storia dell’umanità: dodici sono le tribù di Israele, dodici gli Apostoli, e poi ci sono i dodici mesi dell’anno…
Per soprannumero l’anno 2012 è stato caricato di significati e di attese sinistre, in base a calendari antichissimi interpretati superficialmente.
Per questo chi scopre il testo di Giovanni Donna dà subito inizio alla sequenza delle domande: Dodici chi? Dodici perché? Romanzo apostolico? Storia biblica?
Chi pensi ad una furbesca operazione commerciale per sfruttare l’approssimarsi del fatidico “2012” (sulla scia del film di Roland Emmerich) è destinato a rimanere deluso: l’intreccio lavorava infatti nella fantasia dell’Autore già da una decina d’anni, come documenta un’intervista del 28 dicembre 2000 in cui Giovanni Donna d’Oldenico parla di un progetto relativo a una storia fantascientifica.
In realtà, Dodici è il numero con cui viene designato uno dei protagonisti principali della vicenda: il Cancelliere (ossia il Primo Ministro). Come in “Noi” di E. Zamjatin il titolo indicava la spersonalizzazione del collettivo, così “Dodici” connota l’abolizione del nome nell’anonimato del numero.
Le coordinate spazio-temporali della narrazione sono delineate dall’Autore stesso in un “Preambolo” sintetico che vale la pena di riportare:
Quando? Futuro. Remoto? Forse non abbastanza.
Dove? Qui, sulla Terra; pianeta diviso in due mondi: di qua la Repubblica, i cui Cittadini si sentono, a torto, difesi da frontiere impenetrabili, amministrati da un Governo eccellente, liberi e progrediti; di là i Territori, immense regioni tornate quasi al Medioevo, abitate da quelli che i Cittadini chiamano e considerano Selvaggi. Sbagliando. Chi? Valorosi e codardi; amore e lotta; gente ottima, gente pessima, gente qualunque. Tutti con un nome e un cognome. Poi i quattro uomini più importanti della Repubblica, che nessuno usa chiamare per nome, ma solo: Tredici, Dodici, Undici e Dieci.
E poi sopra di loro, sopra tutto, le Unità: i Nove. Personaggi della cui esistenza i Cittadini sono, da sempre, all’oscuro. I Nove: potenti di un potere immenso; potenti di ogni potere. Sembrerebbe…