Il rapporto tra i sessi nella SF 3 - L'amore terrestre spiegato agli alieni

Fonte:
CulturaCattolica.it
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“Playboy e il dio limaccioso”
Tuttavia, nel periodo delle pulp magazines, alcune copertine scopertamente ammiccanti potevano dare l’impressione che la SF indulgesse a situazioni piccanti sul piano dell’erotismo. E proprio Asimov è al centro di una curiosa vicenda.
La nota rivista Playboy aveva pubblicato una storia, Girls for the Slime God ("Ragazze per il dio limaccioso"), che insinuava che tutte le storie di SF parlassero solo di alieni e di sesso. Asimov fu contattato dalla direttrice di Amazing Stories; ecco ciò che egli stesso racconta:
“Questo racconto mi fu commissionato dal direttore di Amazing Stories.
A quanto sembra, la rivista Playboy aveva pubblicato un articolo satirico sulla fantascienza, i cui contenuti denunciavano una stupidità fuori dal comune. Chiunque l'avesse scritto, aveva raccattato qualche copia di Marvel Science Fiction, una vecchia rivista di fantascienza che, prima di scomparire (fine quanto mai meritata), aveva ospitato sulle sue pagine alcuni racconti vagamente pornografici.
Nell'articolo di Playboy erano citati alcuni brani di tali racconti, che venivano presentati come saggi tipici di narrativa fantascientifica.
Io non sapevo nulla di questo articolo perché non leggo Playboy, ma Cele Goldsmith, all'epoca direttore di Amazing Stories, ne era a conoscenza, oppure qualcuno glielo aveva segnalato. Fatto sta che si indignò profondamente e mi fece pervenire una copia della rivista. Mi indignai anch'io moltissimo.
Cele Goldsmith mi chiese allora di scrivere una contro­satira, con cui prenderci gioco dell'iniziativa di Playboy, e io l'accontentai con il racconto che segue.” (9)
Rifacendo il verso alla storia di Playboy, Asimov intitolò il suo racconto “Playboy e il dio limaccioso”, tradotto anche come “Playboy e il dio bavoso”.
E’ la storia di una razza di alieni repellenti, specie di ragni coperti di bava, che comunicano attraverso policromi lampi luminosi e si riproducono per partenogenesi. Una astronave di questi alieni, in giro per la Galassia a studiare altre forme intelligenti, dedica una delle proprie esplorazioni ai terrestri, inviando un osservatore a esaminare gli abitanti del pianeta Terra. L’investigatore Botax, dopo mesi di indagini, sequestra un uomo e una donna presi a caso alla fermata del Metrò, e li porta sull’astronave aliena dove i due vengono sottoposti a una prova particolare. Gli alieni vogliono capire come avvenga la riproduzione dei terrestri, e chiedono ai loro prigionieri di darne una dimostrazione pratica. Botax si è documentato su Playboy e sulle pulp magazines di SF, e si è fatto un’idea molto approssimativa dei rapporti tra uomini e donne. Infatti i due malcapitati, posti in una situazione imbarazzante, si rifiutano di obbedire alle ingiunzioni degli alieni, e vengono rilasciati. Ma il finale è malizioso: dopo essersi negati agli alieni, i due si ritrovano a casa della donna e qui effettivamente “si dedicano ad attività riproduttive”.
A partire dal titolo, questo racconto – un “unicum” nella produzione di Asimov, sia per la presenza di alieni che per la tematica sessuale – è incomprensibile al di fuori del contesto che l’ha generato. La storia, di per sé inutilmente scabrosa e persino irritante (qui sì Jules Verne sarebbe arrossito per conto della ragazza scandalizzata che ne fosse venuta a conoscenza), è da leggere come una presa in giro della rivista Playboy, (chiamata in modo scherzoso “Recreationlad”) per cui tutti i particolari sono sovraccarichi: gli alieni sono disgustosi, le loro richieste ridicole, le citazioni dalle pulp magazines irridenti.

NOTE
9. ISAAC ASIMOV, Le grandi storie della Fantascienza 23, 1961 e 1991.