Walter Miller jr, “Benedizione oscura” (Dark benediction, 1951)

Siamo negli anni 50, un ragazzo, Paul, fugge... da tutto. Il mondo è diventato un caos, regnano violenza e insicurezza, le strutture sociali si sono sgretolate. Ognuno per sé, qua e là girano soltanto piccole bande più o meno agguerrite. Che cosa è successo? Che cosa ha dato la spinta decisiva alla disgregazione sociale, all'individualismo diffuso? Una misteriosa pestilenza contro la quale non c'è difesa, non c'è rifugio per nessuno.
Autore:
Chierici, Maurizio
Curatore:
Leonardi, Enrico
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Walter Miller jr, “Benedizione oscura”(Dark benediction, 1951) in “Un cantico per Leibowitz, Benedizione Oscura, Umani a condizione, Il mattatore” I Massimi della Fantascienza 17, Arnoldo Mondadori Editore1988
Traduzione di Arianna Rossi Livenzev.


Siamo negli anni 50, un ragazzo, Paul, fugge... da tutto. Il mondo è diventato un caos, regnano violenza e insicurezza, le strutture sociali si sono sgretolate. Ognuno per sé, qua e là girano soltanto piccole bande più o meno agguerrite.
Che cosa è successo? Che cosa ha dato la spinta decisiva alla disgregazione sociale, all'individualismo diffuso? Una misteriosa pestilenza contro la quale non c'è difesa, non c'è rifugio per nessuno.
Una pioggia di strane meteoriti è arrivata da molto lontano, certamente oltre il sistema solare... forse una flotta di piccole navi spaziali, avanguardia di una subdola invasione aliena. Le meteoriti tondeggianti sono state raccolte dagli uomini che le hanno spaccate per vedere cosa contenevano, ma da quei “vasi di Pandora” sono usciti dei microrganismi sconosciuti che hanno immediatamente aggredito l'uomo. L'epidemia si propaga per contatto e i suoi effetti sono orribili a vedersi: un neuroderma grigio scuro pian piano ricopre tutto il corpo e le facoltà mentali vengono sconvolte. Spesso diventi pazzo: hai visioni e sensazioni strane che prima non avevi; diventi un «appestato» e sei preso dall'irresistibile impulso a toccare, a contagiare i “sani” che fuggono terrorizzati. Però non muori (se non ti uccidi per la disperazione o se non ti fermano i sani con una fucilata).
Paul è uno dei sani che scappa per evitare il contagio, ha perso tutto e vaga cercando di sopravvivere in qualche modo, diffidente di ogni essere umano che incontra (alla larga! Può essere un appestato).
Entra nella città di Houston, pressoché deserta, e si imbatte in una banda di “sani” armati che lo arruolano forzatamente. La banda batte le strade per ripulirle dagli appestati...
Ne hanno catturato uno, è una giovane ragazza che tengono a distanza con delle corde, e la trascinano verso un pozzo di calce viva per sopprimerla...
Uno slancio di umana pietà vince la sua repulsione per la malattia e Paul riesce a salvarla.
E si ritrova ancora in fuga, stavolta inseguito dai vigilantes, e per di più portandosi dietro la peste: la ragazza! In tutti i modi cerca sempre di tenerla a debita distanza e, sebbene stia attento a non farsi sfiorare, non le rifiuta il suo aiuto.
Si dirigono verso Galveston, un'isola costiera dove pare si siano rifugiati gli appestati, che hanno fatto saltare i ponti di collegamento con la terraferma. La ragazza, scopriamo che si chiama Willie, ha sentito dire che laggiù esiste un ospedale dove preti e suore danno ricovero ai «pellegrigia»…
In poche parole, per non togliere il gusto della lettura, dirò solo che Paul e Willie trovano infine accoglienza e rifugio nella cittadella-ospedale di Galveston.

La scelta di questo luogo suggerisce che il cattolico Miller aveva bene in mente la storia delle eroiche suore durante l'uragano dell'8 settembre 1900.
In quel periodo esisteva a Galveston un orfanotrofio gestito dalla piccola comunità di Suore della Carità del Verbo Incarnato, una congregazione venuta in Texas dalla Francia, che nel 1867 avevano aperto la St. Mary's Infirmary, il primo ospedale cattolico del Texas.
È il 7 settembre 1900 quando, senza che nessuno l'avesse previsto, entra nel Golfo del Messico e si dirige verso Galveston l’uragano più distruttivo che abbia mai colpito gli Stati Uniti. Nell'orfanotrofio sono presenti 93 bambini, la maggior parte dei quali resi orfani dalla febbre gialla, e dieci religiose.
Il giorno successivo, mentre gli abitanti di Galveston proseguono le proprie attività inconsapevoli del pericolo imminente, il vento e le onde della tempesta spazzano via le dune di sabbia messe a protezione dell’orfanotrofio. Ben presto la gente si rende conto dell'enorme potenza della tempesta, ma ormai è tardi per abbandonare la città. Nell’orfanotrofio, rimasto isolato, le suore si attrezzano per resistere. Nella cappella al primo piano risuonano le strofe di “Queen of the Waves”, “Regina delle onde”, un canto celebre fra i pescatori francesi. Ma l’uragano infuria sempre più violento. L’intera città sta per essere sommersa e ridotta in macerie.
Incalzate dal salire dell’acqua, le suore conducono i bambini al secondo piano; soltanto tre dei ragazzi più grandi, quasi adolescenti, hanno la forza di arrampicarsi fin sopra al tetto. In un ultimo tentativo di salvare i più piccoli dalla corrente, ogni suora lega a sé un gruppo di fanciulli con un cavo per stendere il bucato.
Un mare d’acqua e di detriti travolge bambini e religiose.
I loro corpi vengono ritrovati così, ancora legati in un ultimo sacrificio.
Soltanto i tre ragazzi più grandi scampano all’uragano, recuperati da una barca il giorno successivo.
Almeno 8mila persone persero la vita nel disastro.
Oggi un muro protegge più di 15 chilometri di costa attorno alla città e l’8 settembre di ogni anno tutte le Suore della Carità del Verbo Incarnato sparse nel mondo intonano ancora una volta il “Queen of the Waves” in memoria delle consorelle e dei bambini morti a Galveston.

Dark benediction, scritto nel settembre 1951, parla del crollo della civiltà, tema ricorrente in vari racconti di Miller e soprattutto nel suo capolavoro Un cantico per Leibowitz; anche qui si mostra che l'unica possibilità di salvezza e di ricostruzione è offerta dalla presenza di una piccola comunità cristiana.
Molti spunti allegorici si intrecciano in questa storia, dal desiderio sessuale al razzismo, dalla paura irrazionale alla fiducia nella scienza, dalla disgregazione sociale alla fede in un rapporto umano vero, ma il nucleo è il cammino della conversione. Il protagonista prende le mosse da una diffidenza totale, addirittura da una repulsione, ma il suo viaggio incomincia da un gesto istintivo di umanità, passa attraverso il dubbio e la valutazione razionale per arrivare finalmente all'abbandono a una corrispondenza amorosa.
E cos'altro è la conversione se non una storia di amore?

Maurizio Chierici