Creazione e Apocalisse 5 - “Evensong” (Vespero) di Lester del Rey

Un essere misterioso sta fuggendo per evitare dei terribili inseguitori (chiamati gli Usurpatori). Il campo d’azione è galattico: ci troviamo infatti su un piccolo pianeta disabitato che orbita attorno a un Sole giallo, e l’essere è riuscito fortunosamente a sfuggire al proprio confino situato nel centro della Galassia.
Fonte:
CulturaCattolica.it
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“Evensong” (Vespero) (9) di Lester del Rey
“…I suoi sensi erano offuscati dalla tremenda stanchezza, ma la paura che egli aveva appreso dagli Usurpatori lo animò di nuovo, ed egli cominciò a cercare qualche altro indizio sulla sicurezza di quel rifugio”.
Anche in questo racconto il narratore fornisce con molta parsimonia gli elementi di comprensione della vicenda, per riservarsi un finale a sorpresa (però abbastanza preannunciato e prevedibile). Un essere misterioso sta fuggendo per evitare dei terribili inseguitori (chiamati gli Usurpatori). Il campo d’azione è galattico: ci troviamo infatti su un piccolo pianeta disabitato che orbita attorno a un Sole giallo, e l’essere è riuscito fortunosamente a sfuggire al proprio confino situato nel centro della Galassia.
Gli Usurpatori hanno steso reti e tranelli di energia per cercare di catturare l’essere in fuga, che mette in gioco i propri residui poteri per evitare una fine ignominiosa. Ben presto il protagonista della storia si rende conto di essere approdato sul “Mondo dell’Incontro”, il pianeta sul quale egli aveva trovato per la prima volta gli antenati degli Usurpatori. L’essere misterioso ricorda la storia dei propri rapporti con tali creature: pietà, interventi amorevoli, desiderio di comunione con loro, esaudimento di domande e di preghiere… “Ed essi lo avevano ricompensato con un mostruoso orgoglio, che aveva negato anche la minima traccia di gratitudine. Infine egli li aveva abbandonati…” Ed ora essi erano diventati più potenti di lui, e lo cercavano. Finché una nave spaziale sbarca sul pianeta – la Terra – e un Usurpatore lo scopre, dentro un Giardino (un Eden).
«Fatti avanti! Questa terra è un suolo sacro, e tu non puoi rimanere su di essa. Il nostro giudizio è compiuto, e un luogo è stato preparato per te. Fatti avanti, e lascia che io ti conduca là!»
«Ma... » le parole erano inutili, ma l'amarezza, dentro di lui, aveva costretto le parole a uscire da lui. «Ma perché? Io sono Dio! ». Per un momento, qualcosa di affine alla malinconia e alla pietà apparve negli occhi dell'Usurpatore. E poi passò, quando venne la risposta. «Lo so. Ma io sono l'Uomo. Vieni!» Ed egli si piegò, infine, in silenzio, e lo seguì lentamente, mentre il sole giallo scendeva dietro le mura del giardino. E della sera e della mattina si compì l'ottavo giorno
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NOTE
9. Evensong di Lester del Rey, 1967, in AA.VV., Racconti di fantascienza, cit., Trad. di Ugo Malaguti.