Creazione e Apocalisse 4 - Un'altra risposta: "Sermone nero sulla Creazione"

Molto più vicino al cuore della Rivelazione è andato James Weldon Johnson, poeta afroamericano, nel suo “Sermone sulla creazione”: anch’egli prende le mosse dalla solitudine divina, ma poi mostra Dio maternamente chino sul primo uomo, capace di libertà e quindi di risposta amorosa.
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Un’altra risposta: J. W. Johnson
Molto più vicino al cuore della Rivelazione è andato James Weldon Johnson, poeta afroamericano, nel suo “Sermone sulla creazione”: anch’egli prende le mosse dalla solitudine divina, ma poi mostra Dio maternamente chino sul primo uomo, capace di libertà e quindi di risposta amorosa.

Dio si avanzò sullo spazio
si guardò intorno e disse:
« Io sono solo: mi farò un mondo ».
E fin dove l'occhio di Dio poteva giungere
la tenebra copriva ogni cosa...
Allora Dio sorrise,
e la luce irruppe,
e la tenebra s'ammucchiò da una parte,
e la luce risplendé dall'altra,
e Dio disse: « Questo è buono! ».
Poi Dio si sporse e prese la luce nelle sue mani,
la rotolò finché fece il sole,
e pose quel sole a fiammeggiare nei cieli.
E la luce, che rimase dopo fatto il sole,
la raccolse in una palla lucente,
smaltando la notte con una luna e le stelle.
Poi giù nel mezzo,
tra la tenebra e la luce,
Egli lanciò il mondo
e disse: « Questo è buono! ».
Allora Dio stesso scese giù,
e il sole era alla sua destra,
e la luna alla sua sinistra,
e le stelle gli stavano a grappoli intorno alla testa
e la terra sotto ai suoi piedi...
E Dio camminò, e dove posò il piede
le sue orme incavarono le valli
e fecero gonfiare le montagne...
...Batté le mani, e i tuoni rotolarono,
e le acque al di sopra della terra caddero giù.
Allora la verde erba spuntò,
e i piccoli fiori rossi sbocciarono,
l'abete puntò al cielo il suo dito
e la quercia allargò le sue braccia,
e i laghi s'annidarono negli incavi delle valli
e i fiumi corsero al mare,
e di nuovo Dio sorrise,
e l'arcobaleno apparve
e si curvò intorno alla sua spalla.
Allora Dio levò il braccio e accennò con la destra,
e prima che lasciasse ricadere la sua mano,
pesci e animali acquatici,
bestie e uccelli dell'aria
nuotarono pei fiumi e pei mari,
vagarono per boschi e foreste,
fendettero l'aria con le loro ali,
e Dio disse: « Questo è buono! ».
Poi Dio guardò attorno
tutto quel che aveva fatto;
guardò il suo mondo
con tutte le sue cose viventi,
e disse: « Sono ancora solo ».
E pensò: « Mi farò un uomo ».
Su dal letto del fiume
Dio raccolse l'argilla,
e presso la sponda del fiume
si mise in ginocchio:
ivi il gran Dio onnipotente,
che accese il sole e lo fissò in cielo,
che scagliò le stelle fino al più remoto angolo della notte,
che formò a palla la terra sul palmo della sua mano,
questo gran Dio,
come una mammina curva sul suo bambino,
s'inginocchiò nella polvere,
lavorando sopra una massa d'argilla,
finché la formò a sua propria immagine,
poi in essa soffiò l'anima di vita;
e l'uomo divenne un'anima vivente.
Amen. Amen. (7)

“Solitudine”: occasione per un dibattito
Tutto da buttare allora nel racconto di Russell? No certamente: la SF, come sempre, è occasione di riflessioni introvabili altrove: tanto che il testo di “Solitudine” online è reperibile su un sito di catechesi per cresimandi, al capitolo sulla Creazione, come spunto di dibattito.(8) Russell riconosce peraltro – fatto non così scontato - la necessità di un Creatore e la complessità dell’universo con le sue leggi meravigliose.

NOTE
7. https://www.poesie.reportonline.it/poesie-di-james-weldon-johnson/poesia-di-james-weldon-johnson-la-creazione.html

8. https://cres2015.wordpress.com/2013/12/03/dio-e-solo/