L'alba di tutto 3 - Contraltare a "Il padrone del mondo"?

Fonte:
CulturaCattolica.it
Vai a "R. H. Benson"

Contraltare e parabola
Molti critici hanno sostenuto che “Il padrone del mondo” e “L’alba di tutto” sono “due ritratti ideali del futuro esattamente speculari, un inseparabile dittico in bianco e nero. Lo stesso Benson spiegò che mentre Il padrone del mondo tratteggiava gli sviluppi conseguenti al «pensiero moderno», L’alba di tutto rappresenta cosa potrebbe avvenire se si innescasse il «pensiero antico».” (P. Pegoraro) (11)
Il termine più utilizzato per connotare il secondo romanzo rispetto al primo è “contraltare” (counterblast), e le stesse Introduzioni ai due romanzi giustificano questa interpretazione. Occorre tuttavia rilevare che il secondo romanzo non fu scritto puramente per riparazione o “su commissione”, quasi per porre rimedio allo sconcerto del primo. Benson utilizza il nuovo spunto creativo per esplicitare la propria visione di una società ideale basata sul Cristianesimo.
La trama della storia è molto lineare, non ha la complessità di struttura e l’armonia formale de “Il padrone del mondo”. Gli stessi luoghi in cui si ambienta la vicenda, mentre nel primo romanzo (Londra, Roma, Nazareth) costituiscono gli scenari di un dramma personale, ma anche globale e cosmico, qui (Versailles, Roma, Lourdes, Irlanda, Boston, Berlino) sono come le tappe di un percorso iniziatico destinato a dare le ragioni e a mettere alla prova il protagonista. Quest’ultimo è un personaggio emblematico: ha nel suo nome (Masterman) una radice di padronanza, di potere: quasi simbolo dell’uomo moderno che non vuole cedere la propria autonomia, e che è senza memoria. Il tema della perdita della memoria è molto comune in letteratura, ma qui le connotazioni sono drammatiche: “Non sapeva chi era”, “L’uomo che non conosceva se stesso”, “Un morto risuscitato” sono le espressioni utilizzate da Benson per descrivere Masterman.
Nel 1907 Emilio Salgari aveva tratteggiato “Le meraviglie del Duemila” (12) facendo risuscitare due curiosi personaggi sottoposti ad ibernazione: la loro storia è lo “shock del futuro” di una serie di scoperte sempre più mirabolanti.
Qui il dramma è tutto interiore, e lo shock riguarda la società cristiana; non ci sono antagonisti, come l’Anticristo Giuliano Felsemburgh; è la realtà stessa di questo mondo sorprendente che fa resistenza nel cuore del prelato: il nemico in un certo senso è lui stesso, con le sue obiezioni. E l’identificazione col protagonista crea un senso di ambiguità anche nel lettore, spesso disorientato tra i due corni del dilemma.

NOTE
11. P. PEGORARO, “L’alba di tutto” (recensione), in “La nuova bussola quotidiana” del 26/02/2011 http://www.lanuovabq.it/it/archivioStoricoArticolo-lalba-di-tutto-1101.htm
12. Si veda E. LEONARDI, recensione a Le meraviglie del Duemila di E. Salgari, in “Future Shock” n. 59, ottobre 2011, pagg. 66-68.