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"Tra terra e cielo" 7 - La forza instancabile di Madre Cabrini

Curatore:
Leonardi, Enrico
Fonte:
CulturaCattolica.it
Continui viaggi fra l'America e l'Europa la occupano suggerendole nuove iniziative, fondazioni di nuovi luoghi di educazione e di missione. Gli spostamenti assicuravano la presenza delle suore e della fede nei luoghi dove vivevano uomini e famiglie che lontani dalla loro terra lottavano per la sopravvivenza e rischiavano di staccarsi dalle loro radici cristiane.

Quale la sua forza?
Nei suoi rapporti Madre Cabrini sa mettere in campo la sua conoscenza del mondo americano, la capacità di dialogo e mediazione, la sua intelligenza e abilità nel trattare con autorità religiose e civili, gruppi e singoli, magnati e poveracci, la capacità di tessere accordi con benefattori e creditori ebrei pronti a darle fiducia, la totale autonomia economica difesa con i denti, il suo straordinario senso degli affari, le indiscusse doti imprenditoriali per cui valuta velocemente costi e ricavi, la fulminea decisione nell'acquistare all'asta mobilia utile per le scuole e gli istituti aperti, l'occhio esperto nel comperare terreni speculativi, la nessuna remora a trattare il denaro e prima di tutto, sempre, la totale dipendenza dalla Madonna e dal Sacro Cuore cui affidarsi totalmente in ogni situazione e per ogni decisione.
La vita scorre e i suoi ritmi sono dettati dalla preghiera e dalla operosità e in ogni Istituto, scuola , collegio e orfanotrofio fondato viene costruita una cappella, dove gli Italiani possano sentire la messa, ricevere i sacramenti e pregare.
Nuove richieste maturano e nuove sfide si prospettano in campo sanitario.

Francesca prende sempre ogni decisione con grande prudenza ma non mancano ispirazioni profonde, come il sogno che risolse il suo dubbio se accettare o no di impegnarsi in campo sanitario. Vide la Madonna che assisteva dei malati e subito volle aiutarla e la Vergine rispose: "Non puoi farlo tu, allora lo faccio io!" E il giorno dopo sciolse le sue riserve a proposito dell'impegno della congregazione in un ospedale di New York. L'affidamento all'aiuto divino è, del resto, al centro della sua spiritualità. Scrive di sé verso la fine del suo percorso: "Da tanti anni che esiste l'opera, sono Gesù e Maria che hanno fatto tutto per me. Se talvolta le cose sono riuscite meno bene, è stato perché ci mettevo troppo del mio. Vado avanti, tranquilla, come una bambina che si riposa fra le braccia della mamma. Tutto posso in Colui che mi dà la forza! (Una donna, pag. 36)
Dopo qualche anno i leader della chiesa italiana le chiedono di espandere il suo lavoro missionario oltre la costa orientale.
Nel 1907 la congregazione ottiene l'approvazione definitiva di Papa Pio X che nel 1908 costituisce le Chiese negli Stati Uniti e nel Canada, fino ad allora dipendenti dalla Propagande Fide.
E nel 1908 madre Cabrini prende la cittadinanza americana, convinta di dover condividere fino in fondo la situazione dei migranti italiani, e procede assumendosi responsabilità e comportamenti ai quali nessuna donna e religiosa prima di lei avrebbe osato pensare.
Scegliere la cittadinanza americana significava rafforzare la nuova chiesa statunitense con la sua presenza, e di fatto questa scelta è stata capita e apprezzata: la Chiesa degli Stati Uniti infatti considera e venera la Cabrini come la prima santa statunitense, e sulla porta della cattedrale di San Patrizio, a New York, la sua immagine è incisa accanto a quella di Elisabetta Anna Bayley Seton (1774 – 1821), nativa di questa città canonizzata quasi trent'anni dopo di lei (Tra terra..., pag.185).
E una vera apoteosi furono nel 1914 i festeggiamenti per i 25 anni dell'arrivo delle missionarie del Sacro Cuore negli Stati Uniti.

La missione nel mondo e i viaggi.
Continui viaggi fra l'America e l'Europa la occupano suggerendole nuove iniziative, fondazioni di nuovi luoghi di educazione e di missione. Gli spostamenti assicuravano la presenza delle suore e della fede nei luoghi dove vivevano uomini e famiglie che lontani dalla loro terra lottavano per la sopravvivenza e rischiavano di staccarsi dalle loro radici cristiane. Ma non solo per loro bisognava spendersi, ma anche per tutte le persone che si incontravano: per i ricchi viaggiatori sui piroscafi, i massoni e gli agnostici, i capitani e i marinai, gli ufficiali civili e di bordo, i militari, perché tutti potessero ascoltare la parola della Chiesa ed essere abbracciati dalla misericordia divina.
Le città toccate e rivisitate più volte, sono state: New York ’89, ’90, '91, '94, ’98, ‘902, ‘909, ‘912, Genova ’94, New Orleans ’92, Roma, Panama ’95, Buenos Aires ’95, ’96,’900, Barcellona ’96, Liverpool ’98, Parigi ’98, Madrid ’99, Chicago ‘900, Bilbao’900, Londra ’902, Denver ’902, Rio de Janeiro ‘909, Philadelphia ‘912, Napoli ‘912.
Dai ponti dei piroscafi Madre Cabrini scrive ininterrottamente relazioni di viaggio e invia missive svolgendo la preziosa funzione di mediatrice e informatrice del Papa, di Corrigan, dei vescovi italiani presenti nelle scuole e nei collegi, delle Missionarie, delle sue suore e mostra negli scritti una straordinaria vivacità intellettuale.
Il testo "Tra un'onda e l'altra" è l'affascinante diario di 574 pagine che madre Cabrini scrive durante i suoi continui spostamenti da un continente all'altro. E indimenticabile è il viaggio in Nicaragua descritto in modo avvincente e con toni non privi di ironia e di spirito.
Pur essendo successo durante il viaggio di tutto, Francesca non si dà mai per vinta: si sposta da un mezzo all’altro, da un piroscafo alla groppa di un mulo, osserva, descrive con ammirazione le meraviglie della natura che la circonda e il funzionamento della nave e dei suoi motori e caldaie, cambia senza esitazioni programmi e tempi, affidando ogni cosa al suo Diario, e ringrazia il mondo celeste per il suo aiuto e protezione “perché il Signore sa sempre cavare il bene dal male”.
I viaggi cessano nel 1912 perché la salute ormai precaria le impedirà di affrontare nuove fatiche.

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