"Tra terra e cielo" 6 - Madre Cabrini tra gli immigrati in America
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La missione in America
Il 23 marzo 1889 da Le Havre partono sul piroscafo Borgogna che è diretto in America sette giovani suore Missionarie del Sacro Cuore: cinque lombarde, una emiliana, una veronese.
E’ pessima l'accoglienza: arrivate in America, non c'è una casa per accoglierle.
Dormiranno in una infima pensioncina, senza sdraiarsi sui letti sporchi, infestati da topi, pidocchi e cimici.
Corrigan ritratta tutto: lì non c’ è posto per loro. Che tornino pure a casa.
La paura dei cattolici irlandesi lo intimorisce.
Sicura la risposta di Francesca: "No eccellenza – non possiamo farlo – sono venuta a New York per obbedienza al Santo Padre e vi rimarrò”.
Come vediamo, Francesca si mostra sempre ferma nella sua vocazione, decisa nell’autonomia e libertà di scelta e davanti a tanta ostinata decisione Corrigan cede e col tempo cambia atteggiamento: diventerà uno dei migliori amici di Francesca Cabrini.
Ospitate da suore francesi, presto vien loro proposto di dedicarsi alla fondazione di un orfanotrofio per bambine italiane, collocato in uno dei quartieri più eleganti di New York, incuranti della provocazione per i suoi abitanti che certo non avrebbero visto di buon occhio la presenza di italiani.
La carità e l’assistenza
Madre Cabrini affianca ben presto alla attività educativa l’assistenza nei quartieri più poveri della città, attraversa strade e porti, visita gli ammalati, si fa carico delle situazioni di maggior bisogno e degrado. Le suore animano il quartiere e sono ricercate ed amate. Testimoniano la forza del cristianesimo e la sua incidenza nel tessuto sociale: fattori nuovi nel panorama della presenza cattolica nella società e nella chiesa statunitense.
Gli immigrati sono riconoscenti, a cominciare dalle donne: dopo la prima messa, le salutammo tutte; si affollavano intorno a noi con volto allegro e riconoscente; le madri ci raccomandavano le figliole e si consolavano del nostro arrivo. I padri parlavano dell'infelicità dei poveri italiani, che erano trattati come schiavi, che dovevano fino a pochi mesi fa morire senza avere sacerdoti e anche senza sepoltura, per così dire. Il nostro cuore fu tocco. (Una donna, pag.32)
È l'inizio di una presenza missionaria inarrestabile: gli immigrati hanno bisogno di essere accompagnati in un lungo cammino e da poveri, ignoranti, malvisti e senza diritti quali sono, dovranno lentamente trasformarsi in cittadini americani a pieno titolo. E le suore dovranno chiedere al più presto la cittadinanza americana, e imparare bene l’inglese.
La contesa
Continui sono i contatti con Corrigan che le dà pieno sostegno anche perché Francesca si era schierata, senza paura delle critiche perché suora, dalla sua parte, nella contesa scoppiata fra conservatori e liberali che infuriava in quegli anni pro o contro il Papa. Ma Francesca è sempre stata fedelissima ai suoi amici e sostenitori e soprattutto non avrebbe mai accettato che si mettesse in discussione o si riducesse l’autorità del Pontefice, come volevano le tendenze liberali della chiesa americana.
Non tutto è semplice a New York: ci sono i contrasti con i cattolici irlandesi, con le gerarchie e altri ordini presenti sul territorio, le resistenze fra i diversi gruppi di immigrati, le difficoltà a reperire finanziamenti e aiuti, gli ostacoli burocratici.
Eppure la sua Congregazione presto mette radici e si espande e la fama e la stima della sua superiora cresce.