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"Tra terra e cielo" 5 - Gli emigranti italiani in America

Curatore:
Leonardi, Enrico
Fonte:
CulturaCattolica.it
La situazione del paese la chiama. Sempre più affollati, i piroscafi che lasciano l'Italia per l'America trasportano masse di disperati del sud e del nord-est d'Italia, là dove non c'è occupazione e per sopravvivere si è costretti ad emigrare abbandonando i familiari, le case, i campi, nella speranza di trovare nella terra lontana lavoro. Si calcola che fra il 1901 e il 1913 siano partiti quasi 5 milioni di Italiani.

Il Riconoscimento
Ma è Roma che conta, il cuore della Chiesa, la città dove si trovano gli istituti più importanti, il crocevia di incontro con monsignori e alti prelati, la sede dell'autorità suprema.
Due gli obiettivi da raggiungere: l'approvazione della Santa Sede e la possibilità di stabilire contatti utili a spalancare le strade del mondo.
I superiori cercano di dissuaderla, primo fra tutti l'arcivescovo di Milano. Vorrebbero trattenerla, limitare la sua azione alla Lombardia, ma Francesca è certa dell’appoggio divino e si mette in viaggio.
L’impresa non sarà semplice. A Roma, il cardinale Lucido Parocchi non vuol sentir parlare di aprire un altro istituto là dove già abbondano.
Non è nello spirito di Francesca arrendersi alle difficoltà: patteggia con le alte sfere ecclesiastiche, si mostra abile, paziente e scaltra allo stesso tempo, sa muoversi secondo le situazioni, tesse rapporti e dopo settimane di attesa ottiene, scavalcando ogni ostacolo, di aprire una scuola per ragazze a Roma e nella Sabina un istituto per bambini. Giudica gli affitti accettabili.

L’approvazione
Il 12 marzo 1888 arriva l'approvazione pontificia della Regola dell'Istituto.
Tornerà a Roma mesi dopo per incontrare Papa Leone XIII e come dice la Scaraffìa:
L'incontro tra due personalità così forti e altrettanto infiammate dalla fede fu senza dubbio fortemente significativo per entrambi. Leone XIII si rese conto subito di avere di fronte non soltanto la fondatrice di una modesta congregazione lombarda che contava circa 150 suore, ma una gran donna, e da quel momento in poi la seguì sempre con particolare affetto e attenzione. Così, per Francesca, Leone XIII fu il Papa della sua vita, quello con cui condivideva la battaglia per riportare Gesù tra la gente, per frenare l'ondata di secolarizzazione che, nel corso dell'Ottocento, aveva fatto quasi temere, in alcuni momenti, per la sopravvivenza stessa della Chiesa. Sia Scalabrini che Leone XIII rappresentano perfettamente le tendenze più vitali della Chiesa in quella fine del XIX secolo: entrambi intransigenti, ma portati a impegnarsi, più che nella battaglia contro i nemici esterni, nella ricostruzione e nel rafforzamento della Chiesa, intervenendo in modo attivo nella società. (Tra terra e cielo, pag. 41)

E' il giusto premio e riconoscimento, leggiamo, alla sua determinazione, alla passione per i giovani da educare ed accogliere, alla obbedienza ai tempi voluti da Dio e dal Capo della Chiesa.
Il suo ordine ora è pronto per nuove occasioni, nuove sfide, nuovi itinerari sognati nel segno delle terre lontane e della missione.
Un giorno scavalcheranno frontiere, varcheranno oceani e montagne, conosceranno nuovi popoli.
Tutto questo avverrà nella devozione al Sacro Cuore e alla Vergine Maria che sempre Francesca interpella per avere illuminazioni e conferme.
Monsignor Serrati continua ad essere il suo riferimento autorevole, chiamato nelle lettere che gli invia per ragguagliarlo sempre delle sue mosse: "Monsignore e padre mio".

La contingenza storica. Gli emigranti
La situazione del paese la chiama. Sempre più affollati, i piroscafi che lasciano l'Italia per l'America trasportano masse di disperati del sud e del nord-est d'Italia, là dove non c'è occupazione e per sopravvivere si è costretti ad emigrare abbandonando i familiari, le case, i campi, nella speranza di trovare nella terra lontana lavoro. Si calcola che fra il 1901 e il 1913 siano partiti quasi 5 milioni di Italiani.
È un viaggio verso l'ignoto, verso terre e genti di cui non si conoscono la lingua, la mentalità, le abitudini, la diversa religione.
Si devono staccare dolorosamente dalle loro radici e tradizioni, dalla religione cattolica sempre meno praticata. Particolarmente sensibile alla situazione degli emigranti oltreoceano è il vescovo di Piacenza monsignor Giovanni Scalabrini, conosciuto da Francesca a Roma. Lui per primo ha parlato di questo dramma accusando l’Italia e il mondo ecclesiastico di non occuparsene.
E in un Rapporto del 1887 di Propaganda Fide si legge:

Dopo la scomparsa degli indiani degli Stati Uniti e l'emancipazione dei neri, sono gli emigrati italiani quelli che in gran numero rappresentano i paria della grande Repubblica americana. (Una donna, pag. 26)

Dalla gerarchia cattolica statunitense non ci si può aspettare nulla di buono: è quasi interamente costituita da Irlandesi e di questi soli si occupa. Ma gli Irlandesi non vogliono vedere Italiani di fianco a sé in chiesa, perché considerati ignoranti e disonesti.
Occorrono dunque religiosi, uomini e donne di grande fede e carità, che per questi disgraziati emigrati abbraccino la missione, li soccorrano, li aiutino a non disperdersi e a non smarrirsi.
La suprema autorità pontificia e monsignor Scalabrini avanzano per lei questa proposta.
Se la sente l’ardita suora di affrontare questa sfida?
Ci si aspetterebbe una risposta positiva immediata.
Ma Francesca Cabrini esita, ci pensa a lungo. Non teme di non essere all'altezza, ma considera attentamente le conseguenze di questa scelta determinante per lei e per i suoi istituti.
Il bisogno è reale, ma non è questo e neppure un progetto che finalmente si realizzi ciò a cui ubbidire.
Si chiede se sia quella la forma nella quale il Signore chiede la sua collaborazione, quello il disegno nascosto attraverso il quale, di circostanza in circostanza, istante per istante, la vuol condurre.

Come al solito, prima di accettare l'obbedienza, voleva esaminare bene le condizioni pratiche di questa possibilità, ed essere sicura di avere interpretato in modo corretto la volontà di Dio. Per questo, mentre aspettava la lettera di conferma dell'arcivescovo di New York, Michael Augustine Corrigan, pregò intensamente per essere illuminata in proposito. Arrivò in risposta una visione della Madonna e del Sacro Cuore che le provarono la positività della decisione e lo stesso giorno giunse la lettera di Corrigan che sembrava risolvere i suoi dubbi, confermando che le suore erano attese. (Tra terra e cielo, pag. 42)
Ogni ulteriore dubbio, è risolto dal Papa , che la riceve e le dice:
Non in Oriente ma in Occidente. Vada negli Stati Uniti, ci troverà un vasto campo di lavoro”.

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