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G. Testori - "I promessi sposi alla prova" 3 - L'uomo e la vocazione

Autore:
Fighera, Giovanni
Fonte:
CulturaCattolica.it

Viene, poi, introdotta la figura di fra Cristoforo, incarnata dal Maestro così come era stata interpretata da lui la figura di don Abbondio. Non è un caso che il Maestro interpreti sia Don Abbondio che fra Cristoforo, cioè chi ha abdicato dal suo compito di educatore e chi, invece, l’ha assunto fino in fondo, addirittura fino a sacrificare la vita. Ma fra Cristoforo non è sempre stato così. Lo ha cambiato l’incontro con Cristo. Così può dire:

L’amore, la più grande ditta che esista, perché non guadagna; perché si limita solo e sempre a dare. Fu allora, e fu all’amore, che Lui mi convertì. Non che, con questo, presumessi di cambiare la natura che m’era stata data; bensì, di mutarne il cammino.

In Don Rodrigo il maestro vede, invece, la presenza di Satana tentatore, cui il signorotto si prostra per soddisfare il desiderio di potere, la libido, la volontà d’essere e affermarsi. Don Rodrigo non percepisce la dipendenza da Dio e dal Mistero. Al contrario, vorrebbe assoggettarlo al suo disdegno o disfarsene:

Dio, se vuole restar Dio, non può esistere che a mio completo servizio! Io, quella paesana la voglio. Perché è mia.

Un altro personaggio negativo della storia, Gertrude, è considerato dal Maestro il «pilastro nero» centrale, quello attorno al quale si può costruire un castello di menzogne. Perché Gertrude è così centrale, perché bisogna attraversare il suo personaggio per capire meglio il mistero dell’umano e della storia? Una chiave di lettura si può cogliere in una battuta di Gertrude:

pensate a voi, nascosti ancora nel ventre di vostra madre, eppure con la condizione già irrevocabilmente stabilita. Già decisa prima della nascita.[…] Feto ero. Feto, ma già destinato al convento.

Gertrude è, quindi, una vocazione abortita, una persona che non ha potuto aderire alla chiamata del Mistero con libertà. La sua persona è stata travolta anzitempo dalla violenza di chi pensava di usare il proprio potere per plasmare la coscienza altrui. Solo nell’adesione responsabile e cosciente al disegno di Dio attraverso la chiamata vocazionale, solo nella piena libertà umana la persona può compiersi nella sua domanda di felicità. Vocazione responsabile e libertà sono due questioni fondamentali per l’individuo e la comunità. Il talento di ciascuno è al servizio di tutti.
Renzo e Lucia reagiscono quando il Maestro definisce Gertrude il pilastro centrale della storia rivendicando per sé la centralità. Il Maestro allora designa i due popolani come i “pilastri bianchi” fondamentali nel romanzo. Testori pensa qui di interpretare lo stesso pensiero di Manzoni che ha assegnato ai novelli sposi addirittura il compito di sintetizzare il “sugo della storia” nelle ultime pagine del capolavoro.

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