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G. Testori - "I promessi sposi alla prova" 1 - La perdita del gusto del vivere

Autore:
Fighera, Giovanni
Fonte:
CulturaCattolica.it

Un’opera teatrale contemporanea, composta da Giovanni Testori, ben documenta l’importanza della presenza di un maestro nella vita e la drammaticità del rapporto tra l’allievo e il maestro. Si tratta de I promessi sposi alla prova, in cui Testori adotta la struttura del metateatro o teatro nel teatro tipica del pirandelliano Sei personaggi in cerca d’autore per rileggere il grande capolavoro di Manzoni. Testori afferma che I promessi sposi sono

un romanzo della storia e il popolo incarna questa storia nella libertà più assoluta[…]. Nella storia Dio non è una presenza che sovrasta i personaggi, ma che anzi li segue, li accompagna affinché ognuno, gli umili e i poveri come i potenti, arrivino ad un riconoscimento del senso e del significato.

Riprendendo l’impostazione del dramma pirandelliano, anche Testori mette in scena sei personaggi (gli attori che interpretano Renzo e Don Rodrigo, le attrici che rivestono i panni di Lucia, Agnese, Perpetua, Gertrude) guidati da un regista/maestro, che incarnerà talvolta anche altre parti, in modo da non introdurre un settimo personaggio contraddicendo in tal modo l’impalcatura dei Sei personaggi.
L’azione teatrale si svolge in due giornate. All’inizio della prima il Maestro insegna ai suoi allievi a recitare la propria parte. Li introduce, quindi, al proprio mestiere dicendo loro:

Il mestiere! Perché il mestiere, dal latino ministerium … Ministero… Forse sbaglio. Del resto, anche se sbaglio, è ugualmente bellissimo. Mestiere uguale a ministero.

Il proprio mestiere è come un compito che uno si assume nella vita, è una responsabilità nei confronti degli altri. Una sorta di missione. Ben cosciente, però, che i suoi attori/alunni si sono lasciati irretire dal pensiero dominante, il Maestro dice loro:

so bene che, nella summentovata pausa, vi siete venduti, tutti e tutte, a quelle perenti […] fandonie che han finito per togliervi, ammesso che nascendo ne abbiate mai avuto, ogni gusto, ogni senso e ogni regola di che sia il mestiere del recitante; il mestiere, ecco, del farsi, dell’essere, qui, attore; e, attore, per sempre.

Fuori di metafora, l’uomo ha perduto il gusto di vivere, il gusto di essere uomo, di crescere e di scoprire la propria natura.

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