Elena Bono: la realtà scoperta fino in fondo
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Elena Bono ha scritto molto, e molto in profondo. Pur avendo all'attivo una vasta ed articolata produzione letteraria, è assente dai circoli delle grandi case editrici. Alcuni critici più coraggiosi la considerano tuttavia come la più importante scrittrice italiana del secondo dopoguerra. All'indomani della presentazione del suo ultimo lavoro, il primo dei due volumi del romanzo "Fanuel Nuti", ci riceve nella sua elegante casa sul lungomare di Chiavari.
"Fanuel Nuti" chiude la sua trilogia in prosa "Uomo-Superuomo". Il romanzo presenta una storia locale, ma nello stesso tempo ha temi universali. Nei suoi libri ci sono sempre due livelli, uno letterale e uno universale.
Certo! Nel microcosmo si rispecchiano le dinamiche del macrocosmo.
Il tema della trilogia "Uomo-Superuomo" è il dramma dal nulla all'essere. Riferito a ciò, lei ha usato in passato questa espressione: "Così semplice era tutto, chiudere gli occhi e guardare". Cosa vuol dire?
Questo risponde ad un momento mio nichilista. Io capisco benissimo la tentazione delle filosofie orientali, indiane. Quando avevo 19 anni ne fui tentata. Da una parte sono grata ai lirici orientali, perché mi hanno aiutato a recuperare l'identità della parola con se stessa, perché lo sperimentalismo italiano ed europeo ha polverizzato la parola. La più insidiosa forma è stato l'ermetismo con l'analogismo, perché ha lasciato intatto il guscio. Quindi è un flatus vocis, che per analogia dovrebbe evocare lo stato d'animo del poeta. Questo rovello stanca il lettore perché lo costringe ad immaginare questo rebus. Questa è stata l'operazione più satanica.
Davanti al sogno, al nulla e all'illusione è la realtà che si impone, la potenza della realtà.
L'identità della parola con se stessa, tutto lì.
Nella trilogia non c'è mai esplicitamente l'esperienza religiosa, eppure la si percepisce tra le righe. Cos'è per lei l'esperienza religiosa?
Credo che l'esperienza religiosa faccia l'uomo uomo. Senza l'esperienza religiosa l'uomo è una bestia, allora tanto vale non essere mai nati, come dicono tutti i pessimisti. L'esperienza religiosa consiste in questo: prendere atto del Dio Creatore, e del fatto che ci ha creato e che si assomiglia a Dio. Con tutte le nostre miserie siamo fatti ad immagine di Dio. Questo è uno di quei misteri tremendi… Io sono indegnamente terziaria francescana, anche mio padre… siamo di tradizione zoccolante, come si dice a Roma. Siamo anche molto vicini a santa Caterina; per S. Caterina ho scritto e ho parlato spesso a Genova.