Condividi:

"Come fili di seta" di Jaber Rabee 1 - Una storia del popolo libanese

Fonte:
CulturaCattolica.it

Premessa
La scelta di proporre ai lettori il romanzo Come fili di seta del libanese Jaber Rabee è sicuramente azzardata e coraggiosa, in quanto ben pochi in Italia conoscono questo autore, nonostante sia attualmente riconosciuto come uno dei più grandi scrittori arabi e sia stato finalista nel 2010 e vincitore nel 2012 dell’International Prize for Arabic Fiction, importante evento culturale del mondo arabo.
Il suo romanzo merita di essere conosciuto: è coinvolgente nel contenuto, interessante nella struttura e nella tecnica narrativa.
Fin dalle prime pagine il lettore viene catturato dalla storia della protagonista, Marta Haddad, una giovane donna libanese, che a diciannove anni ipoteca il suo frutteto, prende la sacca con le chiavi di casa, uno scialle, i documenti, le olive e i fichi per il viaggio e s’imbarca per l’America, alla ricerca del marito che ama e di cui non ha più notizie da molto tempo. Il suo nome è Khalil.
Una nuova vita l’aspetta a New York e dovrà affrontarla con le difficoltà che si presenteranno, senza perdersi d’animo.

Narratore e Temi.
Tutto il racconto si affida al narratore onnisciente che descrive e commenta ciò che fa, pensa e sente la sua protagonista, nelle diverse situazioni e circostanze.
Ma nel far questo tocca temi che trascendono il contesto storico e sociale cui si riferisce, che è quello dei primi anni del ‘900, e quando parla della dimensione tipicamente siriana della protagonista, del suo attaccamento alle origini e alle tradizioni nazionali, della sua fede, della sua profonda umanità, dell’amicizia e fedeltà che la legano alle persone che la circondano, ognuno di noi può riconoscersi in questi sentimenti perchè il loro valore è universale e trascende tempo o luoghi.
E a poco a poco la protagonista si rivelerà un personaggio non inventato, ma reale, una prozia dello scrittore, che ne ha ricostruito la vita grazie a racconti di testimoni, fotografie e documenti.
A lei va la ammirazione dello scrittore, che nel raccontare la storia di Marta ci parla del popolo libanese, degli usi e costumi che gli sono propri e che ama.

Circostanza particolare
Oltre al valore dell’opera, una circostanza particolare ci ha confermato nella decisione di recensire questo testo, ed è stato il viaggio a settembre 2012 del Papa in Libano, per la consegna dell’Esortazione Ecclesia in Medio Oriente ai maggiori esponenti delle diverse confessioni lì presenti.
Ogni suo discorso conteneva l’invito rivolto a cristiani e musulmani ad amare il bel Paese dei cedri, un tempo esempio al mondo di convivenza pacifica di componenti religiose e sociali diverse, ed ora terra martoriata da violenze e drammatici conflitti.
Con questa ulteriore motivazione si può leggere il romanzo: per sentirsi meno estranei a questo popolo, conoscere qualche cosa di più del suo passato e delle tradizioni libanesi e apprezzare la voce narrante di uno dei suoi scrittori.

Vai a "Contemporanea"