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Voto in decimi?

Fonte:
CulturaCattolica.it

Domanda



Buongiorno Dott. Incampo,
Le scrivo (anche dietro suggerimento del vescovo ***) per avere una delucidazione.
Un avvocato (e temporaneo collega nella scuola), dopo alcuni scambi di opinioni sullo status dell'IRC e degli Idr nella scuola italiana, mi ha ventilato la possibilità di intentare una causa contro lo Stato per discriminazione dei docenti di IRC rispetto ai docenti delle altre materie scolastiche, alla luce della differente condizione della prima rispetto alle seconde (adesione volontaria invece che obbligatoria; giudizio al posto del voto con la conseguente impossibilità di fare media, con danno per gli studenti aderenti; il mancato riconoscimento da parte dello Stato della Laurea Magistrale in Scienze Religiose con conseguente mancato riconoscimento degli anni di servizio in caso di cambio docenza, e via discorrendo). Lui sostiene che alla luce della Costituzione si delineerebbe una violazione palese della pari dignità (e io ne convengo) e che quindi varrebbe la pena cercare di cambiare le cose a beneficio sia della Materia sia degli Idr in generale. Ci tengo a precisare che lui si è offerto di prestare la propria opera in modo totalmente gratuito (né rimborso né compensazione in caso di sconfitta, eventualità che per altro lui vede praticamente nulla) perché si tratterebbe di una "causa pilota" che quindi farebbe giurisprudenza e lui ne trarrebbe buona pubblicità.
Io sarei propenso a intentare tale causa e in effetti il 18 siamo d'accordo di parlare vedere di stabilire gli eventuali passi formali da compiere.
E quindi vengo al punto: intentando la causa si produrrebbero a Suo parere reali effetti positivi per la Materia e la categoria oppure potrebbe trattarsi di un boomerang per cui poi si avrebbe una "stretta ritorsiva" da parte dello Stato verso la Materia e la categoria tutta?
Voglio dire: il mio intento è quello del miglioramento della situazione, non del peggioramento.
In attesa di Sua gentilissima risposta, le porgo i miei più vivi ringraziamenti e cordiali saluti.
Le chiedo gentilmente di non pubblicare il testo della mia mail perché vorrei che la questione restasse tra noi.

Risposta



La valutazione dell’IRC in aggettivi risale alla lgge 824/30, che è attuativa del Concordato.
Questa Legge stabiliva all’articolo numero 4 che «per l'insegnamento religioso, in luogo di voti e di esami viene redatta a cura dell'insegnante e comunicata alla famiglia una speciale nota, da inserire nella pagella scolastica, riguardante l'interesse con il quale l'alunno segue l'insegnamento e il profitto che ne ritrae».
E’ bene ricordare che all’epoca, le valutazioni di tutti gli ordini e gradi di scuola erano formulate attraverso voti e la «speciale nota» serviva a distinguere l’Ir dal resto del curricolo.
Come tutti sappiamo con la revisione del Concordato l’IRC, non più IR, è inserito «nel quadro delle finalità della scuola», ma la “sfumatura” non è stata recepita dallo Stato.
Infatti il TU riprende la legge 1930.
Un’ultima riflessione.
A quell’epoca l’uso del voto era previsto solo per le superiori, mentre per le Elementari e le Medie sempre l'aggettivo.

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