Io ti consiglio di …
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Domanda
Gentile dottor Incampo buonasera,
Le chiedo un parere sulla mia situazione.
Sono un insegnante di Religione precario e sto per concludere l'incarico annuale in una diocesi del nord Italia (per accettare il quale ho traslocato da ***), preciso che sono stato incaricato su tre scuole, 7 ore presso un ITI e 6 e 5 ore presso due scuole medie.
Per esigenze familiari il 16 luglio chiesi al direttore dell'ufficio scuola diocesano di poter sapere prima possibile le possibilità di proseguire l'incarico (senza incarico, non potendomi mantenere, dovrei nuovamente traslocare entro la fine di agosto).
Il 22 luglio la risposta (tramite email) del Direttore è stata che le possibilità sono "scarse, anche perché vi è stato un riscontro non positivo da parte di una scuola e non sono in grado di confermare le stesse ore dell'anno scorso". Sono ancora in attesa di una comunicazione definitiva.
Il sottoscritto non ha mai considerato un diritto la riconferma dell'incarico e non la ha mai data per scontata (e accetterei anche un nuovo incarico con qualche ora in meno), ma mi chiedo se sia giusto che una scuola su tre possa mettere una sorta di veto alla riconferma di un docente (anche considerando che qualunque possa essere la scuola, le ore considerate positive sarebbero comunque superiori a quelle negative...), se il dirigente della scuola non soddisfatta del mio lavoro avesse il dovere di informarmi per tempo del "riscontro non positivo" motivandolo adeguatamente, se lo stesso direttore dell'ufficio diocesano dinanzi a tale giudizio avesse il dovere di informarmi subito del problema e di dirmi di quale scuola si trattasse e allo stesso tempo di chiedere a me, il diretto interessato, se quanto affermato dalla scuola corrispondesse al vero.
Come può evincere da quanto ho già scritto io non so ancora quale delle tre scuole giudichi negativamente il mio lavoro, se già prima della situazione covid o durante il periodo covid (o considerando tutto l'anno scolastico), né ne conosco i motivi.
Io mi sento di aver dato il massimo tutto l'anno in tutte e tre le scuole, sono consapevole di dover crescere come insegnante e considero quest'anno positivo, ma dopo aver lavorato fino a febbraio con molta fatica in presenza su tre scuole per motivi di orario, con difficoltà abitative, più le difficoltà operative durante il periodo del cosiddetto "lockdown" sono molto amareggiato e deluso di constatare che chi è in carico di posizioni dirigenziali nella scuola e soprattutto nella Chiesa sembri non capire di non avere davanti pedine e numeri ma persone con una dignità, che dovrebbero essere accompagnate nel percorso di crescita umana e professionale anche attraverso una comunicazione aperta e positiva.
La ringrazio per l'attenzione e la saluto cordialmente.
Risposta
Io ti consiglio di parlare con il responsabile dell’ufficio scuola chiarendo tutto.